Siringhe infestano i bagni pubblici

Emergenza in piazza Garibaldi, proteste inascoltate dei residenti
TERAMO. Cinque o sei siringhe per terra, tutte senza cappuccio e con l'ago scoperto. Alcune ancora sporche di sangue. Intorno sporcizia, fazzoletti e le confezioni di plastica delle stesse siringhe. Sembrerebbe una scena del film "Trainspotting". Invece ci troviamo nel pieno centro di Teramo, nella frequentatissima piazza Garibaldi. Il luogo più precisamente è un bagno pubblico che si trova in mezzo fra una pizzeria e il parco della Villa Comunale.
A poche decine di metri c'è anche la chiesa del Cuore Immacolato di Maria. A segnalare il fatto è un signore anziano, esasperato dal fatto che i suoi continui appelli e reclami non hanno finora avuto alcun effetto. «Ho segnalato varie volte la cosa alle autorità, ma per il momento nulla è cambiato», dice, «qualche giorno fa ho incontrato un vigile per strada. Gli ho immediatamente raccomandato di andare a vedere e quindi ha provveduto a far ripulire il bagno. Ma dopo due giorni la situazione era tornata quella di prima».
L'area è videosorvegliata, ma solo esternamente, e quindi le telecamere servono a poco in questo caso. «I drogati entrano dentro chiudendo la porta. Le riprese ovviamente fin lì non arrivano», spiega l'uomo. All'interno del bagno c'è persino un cartello con un invito ai frequentatori. Recita, in un italiano stentato: «Cari tossici, le seringhe buttatele qui», con una freccia indicante un cestino lì a fianco. Invito che comunque non è servito a molto. Il cestino è pieno di tutto meno che di siringhe. «La zona», racconta ancora il cittadino, «è molto frequentata da bambini che vanno all'oratorio o nelle scuole lì intorno. L'altro giorno ne ho sentito uno che diceva: "In quel bagno ci sono le penne per terra". Fortunatamente una mamma è intervenuta giusto in tempo per evitare che le raccogliessero».
Uscendo dal bagno pubblico non si può fare a meno di notare un cartello affisso alla porta. «Gentilissimo cliente, i sanitari di cui usufruite sono accuratamente puliti dai custodi (che cercano di renderli più confortevoli possibile). Sarebbe quindi graditissima una piccola mancia. Grazie». Sembra uno scherzo, ma non lo è purtroppo.
A poche decine di metri c'è anche la chiesa del Cuore Immacolato di Maria. A segnalare il fatto è un signore anziano, esasperato dal fatto che i suoi continui appelli e reclami non hanno finora avuto alcun effetto. «Ho segnalato varie volte la cosa alle autorità, ma per il momento nulla è cambiato», dice, «qualche giorno fa ho incontrato un vigile per strada. Gli ho immediatamente raccomandato di andare a vedere e quindi ha provveduto a far ripulire il bagno. Ma dopo due giorni la situazione era tornata quella di prima».
L'area è videosorvegliata, ma solo esternamente, e quindi le telecamere servono a poco in questo caso. «I drogati entrano dentro chiudendo la porta. Le riprese ovviamente fin lì non arrivano», spiega l'uomo. All'interno del bagno c'è persino un cartello con un invito ai frequentatori. Recita, in un italiano stentato: «Cari tossici, le seringhe buttatele qui», con una freccia indicante un cestino lì a fianco. Invito che comunque non è servito a molto. Il cestino è pieno di tutto meno che di siringhe. «La zona», racconta ancora il cittadino, «è molto frequentata da bambini che vanno all'oratorio o nelle scuole lì intorno. L'altro giorno ne ho sentito uno che diceva: "In quel bagno ci sono le penne per terra". Fortunatamente una mamma è intervenuta giusto in tempo per evitare che le raccogliessero».
Uscendo dal bagno pubblico non si può fare a meno di notare un cartello affisso alla porta. «Gentilissimo cliente, i sanitari di cui usufruite sono accuratamente puliti dai custodi (che cercano di renderli più confortevoli possibile). Sarebbe quindi graditissima una piccola mancia. Grazie». Sembra uno scherzo, ma non lo è purtroppo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

