Concorsone per la ricostruzione precari del Comune contro Lolli

Tra il lavoratori con contratto a termine assunti dopo il terremoto serpeggia un forte malessere per il concorsone, il cui bando è atteso a giorn. Un cittadino ha diffuso la trascrizione dell’audizione dell’onorevole Pd Giovanni Lolli davanti alle commissioni Finanze e Attività produttive alla Camera. «Dei precari non me ne frega niente», ha detto Lolli

L’AQUILA. Infuria la polemica tra il personale precario del Comune dell’Aquila, dove c’è attesa per il cosiddetto «concorsone», la selezione pubblica attraverso la quale verranno reclutate trecento persone (128 al Comune dell’Aquila, 72 nei Comuni del Cratere e 100 presso il ministero delle Infrastrutture che li destinerà presso gli enti locali come Regione e Provincia e gli uffici di coordinamento che sostituiranno la struttura commissariale) da impiegare nei processi di ricostruzione.

Il bando per la prova era atteso per i giorni a cavallo di Ferragosto ma ancora non vi è traccia del documento che, forse, potrebbe arrivare per la fine del mese. Tra il lavoratori con contratto a termine, 600 in tutto di cui 230 al Comune dell’Aquila, assunti dopo il terremoto del 2009 serpeggia un forte malessere ed un cittadino, verosimilmente proprio un precario, ha diffuso tra i media locali la trascrizione del resoconto stenografico dell’audizione dell’onorevole Pd Giovanni Lolli davanti alle commissioni riunite Finanze e Attività produttive alla Camera dell’11 luglio scorso.

Proprio in quei giorni era in discussione il maxi emendamento al decreto crescita contenente le misure per la nuova governance della ricostruzione e, tra le altre cose, le misure per il personale. «Per quanto riguarda il personale, vedo un equivoco nella discussione che si sta svolgendo oggi. Nessuno di noi (certamente non il Ministro, nè io) viene qui a porre il problema del destino dei 600 assunti precari. Devo fare un’affermazione un pò cattiva: non me ne frega niente» dichiarò l’esponente aquilano del Pd che aggiunse altri concetti per spiegare il suo pensiero.

«Per dirlo meglio, - è scritto nel resoconto - mi preoccupa molto poco questo problema, mentre mi interessa moltissimo come funzionano le cose. Ciò premesso, questi 600 precari stanno lavorando, ad esempio, presso un comune, L’Aquila, che ha una pianta organica di 610 unità di personale e 370 dipendenti di ruolo. Ho voluto confrontare tale situazione con quella di un comune omologo, Potenza, che è grande come L’Aquila e, come questa, è capoluogo di regione. Ebbene, Potenza ha in pianta organica, ed effettivamente a ruolo, 610 dipendenti. Non chiedo assolutamente che si colmi tale vuoto. Aggiungo che non si tratta di salvare i precari: non mi interessa, perchè non stiamo proponendo alcuna sanatoria».