AVEZZANO

False operazioni gravi alla colonna vertebrale: maxi frode in tre cliniche e sequestro da 2,5milioni

L'inchiesta della Procura e le indagini della Finanza consentono di scoprire 368 casi in 5 anni per ottenere i rimborsi delle Asl: 11 indagati tra amministratori, medici e direttore sanitario

AVEZZANO. I finanzieri della Compagnia di Avezzano hanno sequestrato circa 2,5 milioni di euro nei confronti di 11 indagati tra amministratori, medici, e direttore sanitario di tre cliniche private delle quali non sostate fornite altre indicazioni. Si sa al momento che sono della provincia dell'Aquila e che sono convenzionate con il Servizio sanitario nazionale (Ssn).

L'ipotesi di accusa è di truffa a danno dello Stato per aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità. Si tratta in particolare del Presidente del CdA, Consigliere d’Amministrazione, Rappresentante legale, Direttore Sanitario, Direttore del Reparto di Chirurgia Ortopedica, Direttore dell’Area Funzionale Omogenea di Chirurgia, Direttore di Reparto di Ortopedia e Traumatologia delle tre case di cura private.

Il provvedimento scaturisce da due anni di indagini effettuate dalle fiamme gialle su una frode ai danni perpetrata nell’esecuzione di interventi chirurgici nella branca dell’ortopedia vertebrale. Il provvedimento (per euro 2.651.769 milioni di euro) è stato emesso emesso dal giudice del Tribunale di Avezzano, Maria Proia, su proposta del procuratore Maurizio Maria Cerrato.

A seguito dell’acquisizione delle cartelle cliniche nelle tre strutture sanitarie private, la Finanza ha accertato che nelle richieste di rimborso, inoltrate al Ssn, erano stati utilizzati, codici di procedura previsti per rimborsi su soglie massime da parte della Asl. Successivamente sono stati acquisiti, in formato elettronico, nella Asl n. 1 aquilana, per il quinquennio 2016/2020, i dati su circa 12.500 ricoveri ed i verbali d’ispezione redatti dai Nuclei operativi di controllo nei confronti dalle tre case di cura private. "L’analisi e la successiva elaborazione informatica dei dati acquisiti permettevano di individuare 572 ricoveri aventi le caratteristiche oggetto di interesse investigativo", si legge nella nota della guardia di finanza.

A quel punto la Procura, avvalendosi del contributo di un esperto neurochirurgo specializzato in fenomeni degenerativi della colonna vertebrale, dall’esame dei verbali chirurgici delle tre case di cura ha individuato 368 casi, sul totale esaminato, non codificabili come interventi di “Artrodesi”, dai quali sorgevano rimborsi di soglia massima da parte del Servizio sanitario nazionale. L'indagine, è così giunta a quantificare le ingenti somme di denaro oggi sequestrate.

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