Fini: Limmari, una pagina atroce

Il presidente della Camera invia un messaggio a Di Donato per l’anniversario

ROCCARASO. Un cielo uggioso e scuro ha accompagnato ieri a Pietransieri il sessantanovesimo anniversario della strage dei Limmari di Pietransieri. Alla cerimonia, a cui hanno partecipato alcuni amministratori locali, il prefetto dell’Aquila Francesco Alecci, i rappresentanti delle forze dell’ordine, gli Alpini e gli alunni delle scuole, non era invece presente, per impegni istituzionali, Gianfranco Fini.

Il presidente della Camera ha espresso, comunque, il rammarico non essere presente in un messaggio inviato al sindaco di Roccaraso Francesco Di Donato.

«Avrei sinceramente voluto partecipare a questa importante cerimonia», ha scritto Fini, «ma l’improvvisa posizione della questione di fiducia da parte del governo sulla legge di stabilità mi terrà impegnato in aula per tutta la giornata della dolorosa ricorrenza. Desidero comunque inviare a tutti coloro che parteciperanno alla commemorazione i sensi della mia più intensa vicinanza e della mia più convinta partecipazione in questo momento di dolorosa rievocazione e di profondo raccoglimento. L’eccidio dei Limmari nel quale persero la vita tanti inermi e tanti innocenti è una delle pagine che più atrocemente ci ricordano la crudeltà dell’occupazione tedesca dell’Italia durante la seconda guerra mondiale. Forti e inalterati dopo 69 anni , devono rimanere lo sdegno e l’orrore per la barbara rappresaglia nazista a memoria imperitura del sacrificio offerto e delle sofferenze patite dalla popolazione di Roccaraso e del territorio circostante. Una memoria e un ricordo», ha concluso Fini, «che devono inoltre costituire un forte monito e una costante esortazione a difendere sempre i valori dell’umanità». Per il sindaco Di Donato «la lettera del presidente della Camera e la presenza del Prefetto dellAquila, hanno fatto sentire alta la vicinanza del Governo e delle istituzioni nel 69esimo anniversario. Una cerimonia collettiva insieme a tutta la cittadianza, che, con la preghiera, la riflessione e il silenzio, hanno contribuito al ricordo della morte di 128 innocenti, quale segno visibile del diritto alla vita».

Claudia Sette

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