trasporti pubblici

Marsica, studenti come sardine: viaggi da incubo sui bus

Prima l’autista che si incatena, adesso la protesta dei ragazzi-pendolari: «Abbonamenti aumentati ma ogni giorno restiamo in piedi: dov’è la sicurezza?»

CERCHIO. Schiacciati come le sardine per andare da casa a scuola: gli studenti della Valle del Giovenco dicono basta, anche alla luce dei recenti aumenti sui prezzi degli abbonamenti. I disservizi legati ai mezzi di trasporto non finiscono mai. Dopo la protesta di Francesco Dell’Ova, 62 anni di Pescasseroli, l’autista di bus che ad Avezzano si è incatenato alla recinzione del deposito dei pullman della società Tua (ex Arpa) – protesta per una serie di motivi, anche perché costretto a guidare su bus strapieni – è la volta degli studenti.

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«Un mezzo di trasporto pubblico consente di esercitare il diritto alla mobilità rispettando normative che adattino tale servizio al beneficio dei pendolari», spiega una studentessa che si fa portavoce del malumore, «sebbene queste normative siano garantite e tutelate dallo Stato e ancor più dalla costituzione, capita spesso che i problemi legati a tal proposito non vengano considerati rilevanti come invece dovrebbero. Da cittadina di Cerchio e studentessa frequentante la scuola ad Avezzano sono consapevole in prima persona che uno dei problemi più frequenti è il sovraffollamento nelle corriere, riferendomi non solo al mio paese, ma in generale». Numerosi studenti della Valle del Giovenco sono costretti a viaggiare in piedi per poter arrivare a scuola. «Facendo un riferimento personale, all’interno della mia corriera», continua la ragazza, «ogni mattina circa 30 persone, a volte di più, altre volte di meno, viaggiano da Cerchio ad Avezzano, letteralmente pressate lungo tutto il corridoio, quando bisognerebbe mantenere per ragioni di sicurezza la distanza dalle porte e dalla timbratrice. Ovviamente bisogna precisare che ciò avviene perché la corriera arriva nel paese con i posti a sedere del tutto occupati. Non è di certo un problema per noi giovani fare mezz’ora di viaggio in piedi, ma a quale prezzo? Se l’autista per evitare uno scontro con un altro veicolo decidesse di frenare bruscamente andremmo probabilmente a sbattere tutti con la faccia sul parabrezza. Eppure, nonostante stia ironizzando, il fatto è davvero serio. Questo problema si porta avanti in molti paesi ormai da molto tempo e man mano sta degenerando. Ogni anno studenti nuovi iniziano a far uso di trasporti pubblici: come sarà la situazione il prossimo anno? Nel mio paese continueremo a pagare 36euro di abbonamento mensile per non essere tutelati in modo adeguato? Ad ogni cittadino i propri diritti».

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