Tasse, l’attacco di Chiodi

«Deluso da Tremonti, il provvedimento va esteso».

L’AQUILA. La beffa sulle tasse, l’amarezza di Chiodi. A 24 ore dallo «schiaffo» di Palazzo Chigi, dove si è deciso di rimandare al Milleproroghe l’esenzione sui versamenti tributari e si è scoperto che le agevolazioni non saranno per tutti i terremotati, il presidente dell’Abruzzo rompe il silenzio. Non risparmia critiche, ma si confessa pronto a trovare soluzioni a questa sorta di intrigo Stato-Regione.

Presidente Chiodi, cosa è successo giovedì a Palazzo Chigi?
«C’era una proposta del Consiglio dei ministri, con una stesura fatta da Gianni Letta, che prevedeva una sospensione delle tasse per tutti i residenti nei comuni del cratere. Poi c’è stata una ferma opposizione del ministero dell’Economia ed è spuntata la soluzione del Milleproroghe. Posso capire tutto, posso capire le difficoltà finanziarie del Paese, ma per quanto ci riguarda c’è una forte insoddisfazione per ciò che è accaduto».

Una sorpresa anche per lei?
«Una sorpresa non bella. Sì, lo è stata».

I suoi oppositori l’accusano di avere sbandierato ai quattro venti una proroga che non c’è stata. E dicono che ci ha rimesso la faccia.
«La sera prima del Consiglio dei ministri, il sottosegretario Guido Bertolaso mi aveva mandato il testo del decreto legge. Sono sempre stato prudente nelle dichiarazioni, lo sapete benissimo, perché l’esperienza mi ha sempre portato a dire che bisognava essere cauti. Però quando ho visto il testo le mie ragioni di ottimismo si erano ampliate».

Aveva addirittura annunciato che la restituzione delle tasse non versate sarebbe avvenuta dal 2011. Ben diverso da quanto prevede la bozza del Milleproroghe: i benefici saranno solo per i lavoratori autonomi. È giusto escludere dipendenti, pensionati e addirittura cassintegrati?
«Smentisco che sia questo il contenuto del decreto Milleproroghe diffuso nelle ultime ore. Si tratta di una primissima stesura, superata in Consiglio dei ministri. È previsto che con decreto del ministero dell’Economia sia individuata la platea di contribuenti che potranno fruire della proroga della sospensione degli adempimenti e versamenti tributari. La partita non è chiusa e la giocheremo fino in fondo. Sto andando a Roma e incontrerò le parti tecniche del ministero dell’Economia per continuare quell’azione di pressing avviata da tempo».

Parla di platea da ampliare. Conferma quindi che le agevolazioni fiscali non saranno per tutti.
«Ripeto: allo stato attuale, il provvedimento atteso è insoddisfacente. Punteremo quindi a un’estensione, a ottenere il massimo. Ritengo comunque che debbano esserci delle distinzioni: perché chi vive in situazioni di grande benessere non può avere lo stesso trattamento di categorie svantaggiate. È comunque nostro dovere tentare di avere gli stessi benefici per tutti».

Da più parti si ha l’impressione che l’abbia spuntata la linea dura cara a Tremonti. Niente sconti all’Abruzzo.
«Evidentemente sì. Una linea dettata dalle difficoltà finanziarie del Paese. Al ministro Tremonti rappresenterò tutta la mia insoddisfazione».

E quali saranno gli altri passi?
«Alcuni sono stati già compiuti. La sera stessa del Consiglio dei ministri ho telefonato a Letta e anche oggi (ieri per chi legge, ndr) l’ho risentito: mi ha assicurato che si sta lavorando per raggiungere l’obiettivo sperato. Chiamerò in causa anche il presidente Berlusconi. Non credo di poterlo incontrare personalmente, visto che si trova in convalescenza ad Arcore, ma sicuramente lo raggiungerò al telefono. La battaglia con il governo centrale, indipendentemente da chi è alla guida del Paese, deve continuare per il bene dell’Abruzzo e degli abruzzesi».

Sembra esserci una rottura col capo della Protezione civile. È legittimo pensarlo, visto che è stato Bertolaso, durante una conferenza stampa a cui lei non ha partecipato, ad annunciare che i benefici fiscali non continueranno a riguardare tutti.
«Con Bertolaso non c’è alcuno strappo. Ero a Roma e ho partecipato al Consiglio dei ministri, ricevendo una sorpresa non bella. Certo, lo stesso Bertolaso aveva dato rassicurazioni sul punto relativo alle tasse. Ritengo che abbia fatto il massimo possibile e l’abbia fatto con buona volontà».

Quando si parla di tasse post-sisma si fa il paragone con le agevolazioni di Umbria e Marche. In Umbria la restituzione è cominciata dodici anni dopo il terremoto, con 120 rate e uno «sconto» del 60%. Nell’Aquilano la restituzione avverrà al 100% e in cinque anni. È un terremoto di serie Z, come dicono i Comitati cittadini?
«Non diciamo schiocchezze. Non ritengo corretto insistere con questo paragone con l’Umbria e le Marche».

Si spieghi meglio.
«A nove mesi dal terremoto, le popolazioni di Umbria e Marche vivevano nei container. Non dimentichiamolo. All’Aquila ci sono case costruite a tempo di record. Non c’è dubbio che in termini di impegno finanziario, in Abruzzo si è speso molto di più. Questo non toglie che sulle tasse faremo il possibile per avere il massimo, tenendo presente che dal punto di vista economico il territorio ha subìto danni ingenti».

La spinosa questione tasse per Natale. A Capodanno le toccheranno i poteri per la ricostruzione. Si sente pronto?
«Sono mesi che lavoriamo alla ricostruzione. Moltissimo abbiamo fatto, altro faremo con l’impegno che ci contraddistingue. Ritengo fondamentale mettere su una struttura tecnica di missione in grado di coordinare il lavoro. A settembre, attraverso un’intervista al Centro, l’avevo sollecitata, ma a oggi non sono stato ancora autorizzato a costituirla. Auspico che l’ordinanza veda la luce al più presto».

E magari si arrivi a una soluzione sui benefici fiscali.
«È un altro augurio».