Emp travolto dai debiti Valori: «Si può salvare con un piano di rientro»
Parla l’amministratore unico: «Ora bisogna allargare la base societaria e pagare tutti i creditori, compresi i lavoratori ancora senza stipendio»
PESCARA. «È stata una scelta di cuore». Il maestro Angelo Valori da lunedì è l’amministratore unico dell’Ente Manifestazioni pescaresi, 74 anni di storia ma un presente con 300mila euro di debiti, 851mila euro di passività e pignoramenti. E il bilancio 2023 potrebbe svelare un quadro in peggioramento. Azzerato il cda con il presidente Walter Meale e 4 consiglieri, la gestione dell’Emp sarà tutta sulle spalle di Valori: «Ci metterò buon senso, buona volontà e tutta la mia dedizione per garantire una lunga vita all’Ente Manifestazioni». E su una cosa il maestro è certo: «La situazione attuale dell’Emp non mi sembra peggiore di quella che ho ereditato nel 2017 quando ho svolto l’incarico di presidente. Durante quel mandato», dice Valori, «l’Emp ha prodotto gli unici due risultati in utile della sua storia recente».
L’Emp, faro della cultura abruzzese che organizza rassegne del calibro di Pescara Jazz e Funambolika oltre alla gestione del teatro D’Annunzio chiuso però da 7 mesi, ha rischiato (e forse rischia ancora) di finire in liquidazione: i conti in rosso sono una costante da almeno 10 anni. Nel 2017, i debiti dell’Emp ammontavano a 192.749,02 euro con 2.708.392,12 euro di passività; nel 2018, 201mila di debiti e 839mila di passività; nel 2019, debiti in calo a 109mila euro (744mila di passività); nel 2020, 53mila euro di debiti, l’importo più basso degli ultimi 7 anni (758mila di passività); i debiti sono tornati a salire nel 2021 a quota 231mila euro (867mila di passività); dal 2021 al 2022, un altro aumento dei debiti di circa 70mila euro e, adesso, l’ammontare sfiora i 300mila. E nel bilancio del 2023 potrebbe esserci un buco ancora più profondo.
Maestro Valori, ha paura di questi importi?
«Voglio approfondire i numeri. Adesso, si aprirà una fase di studio e mi avvarrò dell’aiuto del commercialista e dei revisori dei conti. Faremo un gioco di squadra per ripartire. Con un po’ di buona volontà, di tutti, credo che sia possibile riportare la situazione alla normalità».
Ma perché questo ente è condannato ai conti in rosso?
«Per rispondere a questo domanda, dovrei prima valutare i conti ma bisogna anche capire che un’istituzione culturale senza scopo di lucro non può applicare principi economici. Ovviamente, questo non significa che sia legittimo chiudere in passivo».
E quali sono le priorità?
«Bisogna soddisfare pienamente i creditori con un piano di rientro ponderato e tra questi ci sono anche i lavoratori. E poi è necessario ridefinire l’assetto dei soci e trovare un luogo di spettacolo per l’estate 2025 visto che la chiusura del teatro D’Annunzio è tra i motivi della crisi di liquidità attuale».
L’opposizione, in testa il Pd, chiede di allargare la base societaria: lei cosa ne pensa?
«Durante il mio mandato da presidente, in tutte le relazioni che accompagnavano i bilanci, c’era scritto, come primo punto, che era necessario un riassetto della compagine sociale. Sono uno dei fautori dell’allargamento della base sociale dell’ente: questo sarà un obiettivo che, a brevissimo, bisognerà centrare».
Sul piano artistico, saranno confermate le rassegne che hanno fatto la storia della cultura a Pescara?
«Dobbiamo darci delle scadenze: la prima è risolvere la situazione debitoria con un piano di rientro ponderato che sia di totale soddisfazione per i creditori; poi parteciperemo ai bandi del ministero della Cultura per garantire continuità alla programmazione. Questi due aspetti sono interconnessi: bisogna ridare stabilità finanziara all’Emp ed evitare che l’attività artistica risenta dei problemi economici».
Lei è un musicista ma dovrà lavorare soprattutto di calcolo, è pronto?
«Intendo il mio ruolo all’Emp proprio da tecnico: sarò una persona di buon senso che vuole salvare l’Emp e questo non è affatto scontato perché, in città, ci sono persone che avrebbero desiderato lo scioglimento dell’ente con una liquidazione. Invece, io penso che un ente con oltre 70 anni di storia rappresenti un valore. E per questo ci metterò buon senso e buona volontà per garantire lunga vita all’Emp».
Ma come sono riusciti a convincerla?
«L’assemblea dei soci, nel suo insieme, mi ha detto che tutti hanno fiducia in me e questo mi ha convinto. Il sindaco Carlo Masci, poi, è animato dalla mia stessa voglia di salvare l’ente».
È stata una scelta di cuore?
«Sì, sono una persona che conosce bene l’Emp: nel 1999 sono stato consigliere del cda, poi amministratore delegato fino al 2008 e presidente dal 2017 al 2021 di fronte a una situazione complicata quanto quella di oggi».
Il teatro D’Annunzio però resta chiuso: è preoccupato?
«La chiusura del teatro ha fortemente danneggiato l’Emp. Tra le ragioni della crisi c’è anche il mancato incasso derivante dalla vendita dei biglietti. A breve bisognerà approntare un piano di emergenza per gli appuntamenti dell’estate 2025».