PESCARA. Cos’hanno in comune cibo, letteratura gialla e Natale? La risposta è contenuta in “Giallo panettone”, raccolta di storie in giallo pubblicata da poco dalla casa editrice Mondadori, nelle quali la crudele attesa di cui è sostanziata ogni trama fa perno in modo cruciale intorno a un alimento, un ingrediente, una ricetta segreta che sembrano svelare, con tremendi colpi di scena finale, la genialità del Male. Non poteva mancare da questa importante strenna natalizia – sorta di dorata rosa dei migliori scrittori italiani di genere – colei che è stata definita, a ragione, la signora in giallo dei nostri tempi: Angela Capobianchi, pescarese, l’ex-avvocato di successo che per coltivare a tempo pieno la sua straordinaria vocazione alla scrittura, qualche anno fa ha lasciato la professione attiva, dando vita a una carriera letteraria che conferma che ci troviamo davanti a una narratrice autentica, certificata proprio quest'anno dal prestigioso Premio “Nebbia Gialla”. Dopo i vertici di stile (e di paura) raggiunti nel suo ultimo romanzo, “Esecuzione”, edito da Piemme, la Capobianchi in questo nuovo, breve lavoro, ci dà un assaggio di ciò che è in grado di fare quando il suo “giallo” sesto senso viene solleticato con tematiche tra loro strettamente legate da rimembranze archetipiche: ambientato in una fantomatica Villavera, frazione di Corteglio, in provincia di Pescara, il delitto perfetto si consuma nella cornice azzurra compresa tra Gran Sasso e Adriatico, in una villa di pietra in campagna, durante la Vigilia di un Natale animata dagli scorni di una famiglia ivi riunita solo per motivi d’interesse economico, piatto tipico “La Zuppa”, il prezzo da pagare per la rabbia di essere vili. L’antologia “Giallo panettone” verrà presentata oggi a Pescara alle ore 18, nella libreria Mondadori, con Angela Capobianchi, Pasquale Tritapepe e Marina Moretti.

Federica D’Amato

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