Gli Aucan a Pescara infiammano i fan con la dance-rock

PESCARA. . Grande successo per il sabato dance de “Le Canarie Beach club”, sulla riviera sud di Pescara. Pista affollatissima e musica degli Aucan ad animare la serata, ovvero Giovanni Ferliga,...

PESCARA. . Grande successo per il sabato dance de “Le Canarie Beach club”, sulla riviera sud di Pescara. Pista affollatissima e musica degli Aucan ad animare la serata, ovvero Giovanni Ferliga, Francesco D’Abbraccio e Dario Dassenno, dalle ore 23 fino a tarda notte. Il pubblico, numerosissimo, ha potuto ascoltare e ballare pezzi appartenenti agli esordi della musica elettronica abbinati a brani più attuali, dischi “nuovi” per una generazione nata tra gli anni ‘80 e i ’90, mixati abilmente dai deejay/musicisti. Una band nel senso più moderno del termine, gli Aucan, i cui strumenti principali sono synth pad, campionatore e sintetizzatore, affiancati da chitarra e batteria. Il gruppo bresciano è diventato in poco tempo un fenomeno europeo ed è già al terzo album: “Black Rainbow Remixes”, versione remix, rinnovata e reinterpretata, del secondo lavoro: “Black Rainbow”. Un botta e risposta informale con il Centro ad accompagnare il ritorno del gruppo che ha fatto da spalla ai Placebo e al Teatro degli orrori.

Se dico “Abruzzo” a cosa pensate?

Jo (Ferlinga): «Primo ricordo: arrosticini!».

Fra (D’Abraccio): «Abbiamo un sacco di amici in Abruzzo, anche il manager della nostra Label francese vive lì».

Chi sono gli Aucan? Come nasce il vostro nome?

Jo: «Aucan non è un nome, è una congiunzione: astrale».

Fra: «Aucan è una congiunzione austriaca» (ride).

Jo: «Siamo una band che fa musica elettronica dal vivo: dancefloor rock!».

Cosa aggiunge alla band l’esperienza fatta all’estero?

Fra: «Energia. Ogni volta che torniamo da un tour europeo siamo stanchi, ma carichissimi. Suonare sblocca qualcosa che rimane».

Che tipo di album è “Black Rainbow Remixes”? Cosa lo differenzia dalla precedente versione?

Fra: «È un remix ma è anche un altro disco. Il fatto che i pezzi siano stati reinterpretati da artisti internazionali gli ha dato una nuova vita».

Jo: «È anche in free download sul nostro sito: Aucanize.com».

Chi sono i vostri maestri?

Jo: «Giulio Favero, perché mi ha insegnato questo lavoro».

Fra: «Sempre a Blocco A (da Giulio) abbiamo conosciuto gli Zu. Anche loro sono stati un punto di riferimento importantissimo, soprattutto nei primi anni di attività».

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