PESCARA

Istituto alberghiero: no punizioni ma volontariato

Dopo l'episodio del pugno dato da uno studente a un professore del De Cecco

PESCARA. “Dopo il primo esame da parte del Consiglio di classe del fascicolo inerente al presunto incidente avvenuto nelle cucine dell’Officina del Gusto dell’istituto alberghiero Ipssar De Cecco tra uno studente e un docente, entro mercoledì al massimo sentiremo anche il Consiglio d’istituto per valutare l’accaduto e assumere le iniziative che andranno condivise. Certo è che, nel caso la vicenda venisse confermata, non pensiamo meramente all’adozione di provvedimenti punitivi, ma piuttosto dovremo occuparci della personalità del giovane che ha reagito in maniera scomposta, impegnandolo in Associazioni che operano nel volontariato e collaborano con la nostra scuola e aprendo un canale di collaborazione concreta con la famiglia per garantire al ragazzo ogni forma di supporto possibile”.

Lo ha detto la dirigente dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ di Pescara Alessandra Di Pietro dopo che nel pomeriggio odierno il Consiglio di classe ha aperto l’esame del ‘caso’. “L’obiettivo della nostra scuola – ha ribadito la dirigente Di Pietro – è quello di continuare a consolidare la cultura del rispetto nei confronti delle persone e della scuola, sia nel quotidiano dell'azione formativa, sia attraverso il sostegno psicologico dei nostri sportelli di ascolto CIC, Ananke, Salute e Sicurezza, sia attraverso iniziative di cittadinanza attiva nel volontariato in sinergia con Associazioni vicine alla Scuola. È sempre più evidente inoltre la necessità di una alleanza tra scuola e famiglia, perché la scuola deve avere nelle famiglie un supporto, degli alleati su cui poter sicuramente contare".

"Conosco bene", ha detto la preside, "l'impegno degli insegnanti nel creare un clima positivo di attenzione e cura verso ogni studente come pure nell'attivazione di una didattica innovativa che tenga conto dell'ambito relazionale per contrastare situazioni di disagio. Tuttavia questo lavoro quotidiano va sostenuto attraverso la collaborazione e l’azione convinta delle famiglie, oltre che della collettività e delle istituzioni. Ora l’esame della vicenda specifica passa nelle mani del consiglio d’istituto per giungere a eventuali provvedimenti che siano pienamente condivisi, ma non possiamo limitarci alla disciplina. Pensiamo quindi a impegnare eventualmente il giovane in attività di cittadinanza solidale in luoghi e in seno ad associazioni che verranno indicati dalla scuola, così come pure pensiamo a lavori socialmente utili e al pieno sostegno psicologico”.