Morosini, slitta l'interrogatorio del medico del Livorno

Saranno ascoltati anche i massaggiatori della squadra

PESCARA. È chiuso nel suo silenzio, Manlio Porcellini, il medico del Livorno Calcio che per primo, sabato scorso, ha soccorso Morosini, il centrocampista morto sul campo dello stadio Adriatico.

Manlio Porcellini doveva essere sentito ieri dalla Digos di Livorno, ma l'interrogatorio è slittato a lunedì quando ad ascoltare le dichiarazioni tanto attese del medico, ci sarà anche il personale della Digos di Pescara. Lo stesso giorno, insieme a Porcellini, verranno sentiti anche i massaggiatori della squadra amaranto Gianni Scappini e Giacomo Bolognesi. Il primo è salito nell'ambulanza insieme al direttore dell'unità coronarica Leonardo Paloscia e al medico del 118 Vito Molfese, il secondo ha partecipato ai soccorsi sul campo dell'Adriatico. Si cerca di fare chiarezza sulle cause della morte di Piermario Morosini e sui soccorsi prestati al giovane calciatore. Al vaglio degli inquirenti c'è il mancato utilizzo del defibrillatore che, secondo il perito della famiglia, andava applicato. «Che il problema sia cardiaco non ci sono dubbi», ha detto il perito Cristina Basso, «Morosini ha avuto un problema di aritmie e i cardiologi insegnano che il defibrillatore va usato subito. Forse poteva salvarsi».

Porcellini è pronto a raccontare la sua versione dei fatti, ma solo lunedì e solo agli investigatori. La scelta di rimanere il più possibile in silenzio è stata quasi immediata, a parte una prima dichiarazione proprio nelle ore successive alla morte di Morosini. «Era un ragazzo sanissimo», aveva detto del giovane calciatore.

L'uomo è noto a Livorno dove esercita la professione come medico di famiglia, specializzato in medicina sportiva. Da più di vent'anni poi, è attivo nel Livorno Calcio: prima come vice di Giampaolo Ferretti e successivamente (da 15 anni) come medico sportivo della squadra.

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