Positivi sedici migranti a Gissi Verì: «Percentuali allarmanti» 

L’assessore regionale alla Salute: tamponi da fare in Sicilia, prima del trasferimento

PESCARA. Per il secondo giorno consecutivo, i migranti arrivati in Abruzzo fanno salire il trend dei contagi: dopo quelli di Pettorano sul Gizio e dopo i sette di Moscufo, sono risultati positivi al coronavirus 16 dei 50 ospiti dell’ex hotel Santa Lucia a Gissi. La percentuale di positivi al Covid-19 tra i migranti trasferiti sul territorio regionale è pari al 30% del totale. Le persone sono in isolamento, monitorate dalle Asl, in strutture presidiate dalle forze dell’ordine. La vicenda fa comunque scoppiare la polemica.
Se l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, chiede che i tamponi vengano fatti «prima dell’arrivo in Abruzzo», il governatore Marco Marsilio critica senza mezzi termini «l’irresponsabilità del governo».
IL BOLLETTINO. I dati relativi ai 16 migranti non sono contenuti nel bollettino quotidiano diffuso ieri dalla Regione Abruzzo.
Tre i casi emersi dalle ultime analisi di laboratorio: uno riguarda un paziente domiciliato o residente nel Chietino, uno nel Pescarese e uno nel Teramano.
Il totale dei pazienti affetti da Covid-19 in Abruzzo sale così a 3.401: 260 sono residenti o domiciliati in provincia dell’Aquila, 844 in provincia di Chieti, 1.629 in provincia di Pescara, 641 in provincia di Teramo, 27 fuori regione. Gli attualmente positivi salgono a quota 125: diciotto (+2 rispetto a lunedì) sono in ospedale in terapia non intensiva, uno (invariato) è in terapia intensiva e 106 sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl.
I guariti o dimessi salgono a quota 2.804. Non si registrano decessi recenti: il bilancio delle vittime è fermo a 472. Dall’inizio dell’emergenza sono stati eseguiti 131.432 test.
IL CASO MIGRANTI. Se il bollettino della Regione, rispetto ai numeri dei giorni scorsi, aveva fatto tirare un sospiro di sollievo, nel pomeriggio il governatore Marsilio conferma che 16 dei 50 migranti ospiti al Cas di Gissi sono positivi al coronavirus.
Si tratta di parte dei 200 stranieri partiti dal Nordafrica e sbarcati, nei giorni scorsi, a Lampedusa ed assegnati all’Abruzzo dal ministero dell’Interno. Eseguita, quindi, una distribuzione omogenea sui territori provinciali: 50 tra Civita d’Antino, Canistro e L’Aquila, 50 a Moscufo, 50 a Gissi e 50 a Civitella del Tronto.
TEST SIEROLOGICI. Una volta in Italia, 150 migranti erano stati sottoposti a test sierologico e 50 ai tamponi, il cui risultato è stato negativo, ma i tamponi che le quattro Asl abruzzesi stanno effettuando su tutti gli ospiti delle strutture restituiscono risultati differenti, come dimostrano gli ultimi dati.
All’origine del fenomeno, spiegano gli esperti, ci sono questioni di tipo immunologico. Si tratta, infatti, di soggetti asintomatici: se non ci sono sintomi il sistema immunitario non si attiva e non si sviluppa ciò che il sierologico va a cercare, cioè gli anticorpi. Stessa cosa era accaduta per i sette migranti ospitati a Moscufo.
«PERCENTUALI ALLARMANTI». L’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, si sofferma sul dato del 30% dei migranti positivi e parla di «livello allarmante, che rischia di mettere a repentaglio i sacrifici degli ultimi mesi dei nostri concittadini e gli sforzi che le imprese stanno mettendo in campo per ripartire».
Se «finora siamo riusciti a rispondere in modo efficace all’emergenza», si dice convinta Verì, «questi trasferimenti rischiano di provocare enormi difficoltà alla rete sanitaria regionale».
Definendo i test sierologici «non sufficienti», l’assessore lancia un appello al governo nazionale, affinché, prima della redistribuzione sul territorio, «sottoponga i migranti a tampone obbligatorio».
«GOVERNO IRRESPONSABILE». Dure le parole del governatore Marsilio, secondo cui «l’irresponsabilità del governo nella gestione dei migranti è ormai conclamata: dopo il caso di Pettorano sul Gizio avevamo chiesto di non inviare altri migranti in Abruzzo, il governo non ha voluto sentire ragioni e prima ancora di convocare riunioni in prefettura aveva già spedito i pullman verso la nostra regione. I tamponi eseguiti dalle Asl abruzzesi», afferma il presidente di Regione, «rivelano la positività di una percentuale altissima di questi migranti. Attualmente sono ospitati in strutture che non garantiscono nemmeno la loro sicurezza e la separazione anche dei loro stessi compagni attualmente negativi».
Per il governatore è «inaccettabile che, dopo quattro mesi di duri sacrifici che avevano praticamente azzerato la curva dei contagi, si debba rischiare il sorgere di focolai per colpa dell’approssimazione e della superficialità con cui il governo ha gestito gli sbarchi dei migranti. Ora più che mai», evidenzia Marsilio, «è necessario adottare il blocco navale per impedire nuovi sbarchi e il governo deve allestire navi quarantena».
Secondo il coordinatore e il capogruppo di Fratelli d’Italia, Etelwardo Sigismondi e Guerino Testa, «l’Abruzzo viene messo in pericolo nel silenzio assordante dei rappresentati istituzionali del centrosinistra».
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