Massimo Ferretti, pescarese, 51 anni

PESCARA / IL PERSONAGGIO

«Volevo ammazzarmi, oggi scrivo». Il bancario-rapinatore si racconta 

Massimo Ferretti, 51 anni, libero dopo il carcere, presenta il suo romanzo: «Sono un uomo perbene, ho dovuto toccare il fondo per poter riemergere»  

PESCARA. Da bancario stimato e inappuntabile a rapinatore per caso in una banca che non era quella dove lavorava e dove a febbraio, passata la bufera giudiziaria, si è recato a chiedere scusa ai dipendenti che aveva terrorizzato durante il colpo, il 2 gennaio scorso. Il 4 l’arresto, dieci giorni di carcere a San Donato, i domiciliari per un mese, l’obbligo di firma e, a febbraio, il ritorno in libertà.

La copertina del romanzo di Ferretti
Oggi è uno scrittore. È la nuova vita di Massimo Ferretti, 51 anni, pescarese, laureato in Giurisprudenza a 24 anni, autore del “Segreto del salice piangente” un romanzo noir, con qualche sfumatura autobiografica, che sarà presentato alle 16,30 di sabato 30 novembre al Caffè letterario di via delle Caserme. Con questo volume «scritto tre anni fa, ma rimasto nel cassetto», Ferretti, padre «amorevole di tre bambini di 12, 10 e 5 anni», separato, ex dipendente della Caripe di Torre de’ Passeri e Pescara e della Ubi banca di Chieti, risorge dalle sue ceneri e si concede una seconda possibilità dopo quasi trenta anni di successi e una carriera brillante interrotta dalla disperazione di un giorno qualunque, quando la salute non regge, la depressione non concede tregua, il fallimento ti guarda in faccia.
Oggi fa i conti «con la vergogna e il pregiudizio della gente», ma cerca «fortemente il riscatto». Dieci mesi fa doveva scegliere: «O mi ammazzavo o facevo la rapina, perché ero pieno di debiti». Ha scelto. Pressato «dal mutuo e dalle tante spese personali»: il 2 gennaio scorso si cala in testa un passamontagna, si arma di un «taglierino comprato a Obi» da usare per minacciare i dipendenti allo sportello, ed esce dalla casa dove oggi vive con la madre malata. Destinazione: la Bper banca di viale Bovio. A prelevare un bottino di 2.280 euro.
Ferretti, cosa è accaduto quel giorno?
Avevo un bisogno disperato di soldi, almeno 3mila euro. Erano le tre di pomeriggio. Sono entrato in quella banca col volto coperto e un taglierino per minacciare i dipendenti. Mi sono fatto dare la somma in cassa, 2280 euro, e sono uscito. Mai avrei pensato di avere conseguenze penali o di essere arrestato, come poi è accaduto».
Perché ha scelto quella banca?
Nessuna ragione in particolare. Non mi rendevo conto di ciò che facevo, non ero me stesso in quegli istanti.
Perché non ha chiesto un prestito alla sua banca per sanare la situazione debitoria?
Avevo già diversi finanziamenti in corso.
Poi cosa ha fatto?
Sono tornato tranquillamente a casa. Qualche ora dopo sono arrivati i carabinieri. Mi hanno trovato subito, forse anche perché mentre uscivo dalla banca ho alzato il passamontagna e scoperto parte del volto. Mi si parava davanti la follia che avevo fatto, piangevo e mi vergognavo, io che venivo da una buona famiglia, con una sana educazione. Ho restituito i soldi che non avevo speso. Due giorni dopo, il 4 gennaio, la convalida dell’arresto e alle 20 l’ingresso a San Donato. È stato terribile. Con la copertina e le lenzuola in mano, come nei film, sono entrato in cella dove c’erano altri sei detenuti. Ho chiesto perdono ai miei figli, alle mie sorelle, a mia madre, per il grande dolore che stavo arrecando.
Lei si è perdonato?
Ci sto lavorando.
Con cosa fa i conti ogni giorno?
Con la vergogna, con il giudizio e il pregiudizio della gente. Provo imbarazzo e sensi di colpa. Ma alzo la testa e vado avanti. Forte del padre che sono, che accompagna i figli a scuola, orgoglioso di loro. Una persona normale che vuole un lavoro e una famiglia.
Chi è Massimo Ferretti, oggi?
Un uomo perbene, quello che sono sempre stato, prima della disperazione, della depressione, del buio della mia vita. Ho dovuto toccare il fondo per riemergere, con questo libro cerco il riscatto sociale, la possibilità di far capire chi sono io davvero, un uomo normale che ha voglia di ricominciare.
Come è nata l’idea di un libro?
Scrivere è una delle mie passioni, come il disegno, la musica, la palestra. Ho altri due progetti letterari in cantiere, storie dense di passioni, sempre noir-fantasy. Mi sto interessando alle filosofie orientali.
Crede nel destino?
Ritengo sia predeterminato, ma credo anche che molto dipenda da come plasmiamo la nostra realtà.
Dopo il carcere, tornato in libertà, cosa ha fatto?
Sono andato nella banca che ho rapinato per chiedere scusa alle persone a cui avevo fatto del male.
Come vede il suo futuro?

Non lo vedo. Devo vivere giorno per giorno per arrivare al futuro.
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