Fonzi lascia il ciclismo: «Mi sono divertito tanto» 

Il pescarese abbandona il professionismo: «Ringrazio chi mi ha sostenuto e chi non ha creduto in me»

PESCARA. È arrivato il messaggio social a certificare quanto era già nell’aria. Giuseppe Fonzi, 28 anni, pescarese, lascia il mondo del ciclismo professionistico. Ha aspettato l’offerta giusta fino alla fine, poi, nell’imminenza della nuova stagione, ha deciso che era meglio pensare ad altro. Sei anni di professionismo, l’ultimo dei quali con la Neri Sottoli. Una passione infinita per la bicicletta riassunta in un post su Facebook. «A quasi 29 anni si capiscono tante cose», ha scritto tra l’altro, «si hanno priorità che prima non esistevano e ho il bisogno di stare bene, quindi un bel taglio netto e si azzera tutto! Mi sento in dovere di ringraziare i genitori che hanno fatto l’impossibile per non farmi mancare mai nulla, mio fratello che c’è sempre, la mia compagna, i miei amici e tutte quelle persone che mi scrivono, o che mi hanno urlato nelle gare; grazie davvero! Ah, ringrazio anche quelli che hanno remato contro di me, e li ringrazio perché ho capito tanto anche da loro, e tranquilli tutto torna, prima o poi».
Ieri il primo giorno nella ditta di autotrasporti di famiglia a Rosciano per capire come funziona dopo che fino all’ultimo ha sperato di poter continuare l’attività con la Vini Zabù Ktm. Ma le strade non si sono ricongiunte. «Sono contento di quello che ho fatto», ha aggiunto Giuseppe Fonzi, «il ciclismo mi ha dato una grande opportunità e oggi dico che rifarei tutto».
Oggi il futuro è quello che immagina con la compagna e con la figlia dopo che per due edizioni (2017 e 2018) del Giro d’Italia ha chiuso all’ultimo posto della classifica generale conquistando la maglia nera della corsa. «Mi sono ritrovato in quella posizione e un po’ ci ho giocato. Ho cercato di sfruttare il lato positivo della situazione», ha rimarcato, «fermo restando che all’ultimo posto del Giro mi ci sono ritrovato dopo aver lavorato sodo per la squadra».
E ora? «Ora sono proiettato in una nuova realtà. Potevo anche andare avanti un altro anno ma non sarebbe cambiata la mia vita. Devo capire che cosa voglio fare da grande e poi imparare un nuovo mestiere. Ma potrò dire di essermi divertito tanto con il ciclismo». (r.c.)
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