serie a

La difesa è da brividi Pescara allo sbando

Con la Lazio quinta sconfitta di fila: Parolo fa il fenomeno e segna quattro gol. Dallo 0-2 al 2-2 nel primo tempo, poi la Lazio dilaga nella ripresa e finisce 2-6

PESCARA. Al peggio non c’è mai fine. E il Pescara, di questo passo, è destinato a riscrivere diversi record negativi della serie A. La quinta sconfitta consecutiva è la più rovinosa della stagione. Altri sei gol sul groppone che ne fanno la difesa più perforata con 52 reti (sul campo) al passivo. Giocatori come belle statuine infilati dai biancocelesti che hanno fatto il bello e il cattivo tempo. Avanti di due gol dopo nemmeno un quarto d’ora, hanno rallentato il ritmo, pensando che ormai il risultato fosse in ghiaccio. Hanno tirato i remi in barca dando la stura alla reazione d’orgoglio del Pescara che prima ha accorciato le distanze con Benali, poi ha sbagliato il quinto rigore (su sette) stagionale con Gianluca Caprari per chiudere il primo tempo sul punteggio del 2-2 grazie al bel sinistro al volo in diagonale di Gaston Brugman. Una prodezza che ha infiammato l’Adriatico-Cornacchia e i suoi 11mila spettatori che pensavano a una domenica speciale in un campionato da dimenticare.

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E, invece, no. E’ bastato che la Lazio pigiasse di nuovo il piede sull’acceleratore per vedere il Pescara frantumarsi in mille pezzi. Appena quattro minuti e Marco Parolo ha messo a segno la terza rete di giornata, sempre con la difesa di casa a guardare a bocca aperta. Altri otto minuti ed ecco il 2-4 di Keita che ha spento le residue speranze dei biancazzurri. Che hanno tirato i remi in barca, incassando prima il 2-5 dall’ex Immobile, applaudito nello stadio che è stato suo nel 2011-2012. E poi il 2-6 firmato ancora da Marco Parolo che si è portato la palla a casa grazie al primo poker stagionale. Aveva realizzato appena un gol in questo campionato, ieri quattro. Di male in peggio questo Pescara, ormai allo sbando, incapace di approfittare anche dei regali. Squadra improponibile, difficile anche da motivare. Retrocedere a febbraio è roba da record; i giocatori sono scarichi e superficiali. Fino a qualche settimana fa si parlava di un Pescara che incassava i complimenti per il bel gioco, ma che veniva punito per le sue ingenuità. Beh, da un po’ di tempo a questa parte non riesce più a rubare l’occhio nemmeno sul piano dello sviluppo della manovra. Aspetta di andare incontro al proprio destino che è già segnato. Ci sarebbe da difendere la dignità di una piazza, oltre che quella professionale. Non c’è più concentrazione, il gruppo non c’è più con la testa. In un contesto del genere viene travolto tutto. Il passo falso di ieri è indecoroso: sei gol e altri ne poteva segnare la Lazio. Un’altra conferma che questo Pescara in A è solo di passaggio perché non è – e non è mai stato – competitivo. Una situazione che dà fiato a chi sostiene che la serie A va ridotta da 20 a 18 squadre. E poi Muntari. E’ stato un gran giocatore, ma quello visto all’opera ieri è la brutta copia – nemmeno il lontano ricordo – del centrocampista che ha vinto il Triplete con l’Inter. E’, chiaramente, fuori forma. Improponibile. Mandarlo in campo in queste condizioni significa deturpare la sua immagine professionale. E questo Oddo dovrebbe saperlo. Così come sa benissimo che Caprari dagli undici è impaurito quando va a calciare il pallone del possibile 2-2. Un brutto segnale. Cinque errori dal dischetto (su sette) evidenziano una scarsa personalità dei biancazzurri. Oltre a tutti gli altri limiti denotati sin qui. Ad esempio, bastava osservare il riscaldamento delle squadre, ieri, per capire chi avrebbe vinto: la differenza sul piano della fisicità si è rivelata imbarazzante tra i pesi piuma biancazzurri e i laziali ben più strutturati. Altro errore di valutazione nella costruzione del Pescara la scorsa estate. Certo, poi si potrebbe parlare dei rinforzi di gennaio che tali non si sono rivelati. E così si capisce che la difesa, già gracile, è diventata semplicemente impresentabile. Agli errori del mercato estivo si sono aggiunti quelli di gennaio. Roba da brividi. Difficile fare peggio a questi livelli. Ci sono altri quattro mesi di campionato e, soprattutto, un’immagine da tutelare. Di questo passo si rischiano altre figuracce che possono acuire la frattura già esistente tra il pubblico e la squadra e la società. Con strascichi per la prossima stagione, in serie B.

@roccocoletti1

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