Pescara, solo un pari in rimonta 

A Città Sant’Angelo troppi errori e poca qualità in campo: Lescano salva i biancazzurri dal ko

CITTA’ SANT’ANGELO. Sos Pescara, applausi alla Renato Curi. Finisce 1-1 il test amichevole allo stadio Petruzzi di Città Sant’Angelo tra Angolana e i biancazzurri: le indicazioni per il tecnico Colombo non sono al momento confortanti. Il calcio d’agosto non è mai veritiero ma qualche indicazione concreta la sa regalare e la prestazione è stata simile a quella vista contro il Pineto. Quel giorno l’allenatore biancazzurro andò su tutte le furie e ieri l’atteggiamento dei suoi non deve essere andato giù all’ex tecnico del Monopoli. Nel primo tempo il sistema di gioco è il 4-3-1-2 con Mora trequartista a supporto di Cuppone e Blanuta, mentre a centrocampo c’è Kraja con Germinario e Gyabua. In difesa si rivedono Boben e Ingrosso con Saccani e Milani larghi. Il Pescara palleggia tanto, cerca spesso Mora tra le linee ma se l’unico tra i centrocampisti a interpretare il ruolo bene fino in fondo è Germnario qualcosa da rivedere c’è. L’ex Chisola gioca i primi venti minuti per poi lasciare spazio a Milani e la squadra ne risentirà. Cuppone si procura un rigore ma dal dischetto si fa smanacciare sul palo la conclusione dall’ottimo Colantonio e qualche minuto più tardi, in ripartenza, il nerazzurro Lombardi è bravissimo e di destro fulmina Sommariva. Colombo cambia spesso la mezzala sinistra: dopo Germinario e Milani tocca a Pellacani (un difensore) e Chiarella (un attaccante): voglia di mettere minuti nelle gambe ma anche un segnale chiaro che il mercato sarà fondamentale. Il Pescara continua a specchiarsi, a sbagliare tanto e a non produrre occasioni per pareggiare. Serve la scossa alla mezzora quando Colombo cambia tutta la squadra e fa giocare chi è stato titolare contro il Penne. Cancellotti a destra ha un altro passo e da un suo cross arriva il pari firmato da Lescano. Per l’ex bomber dell’Entella quattro gol in due giorni. Il Pescara con le forze fresche ha molta più benzina nel motore ma a centrocampo qualcosa non quadra. Al triplice fischio tanti applausi per l’Angolana del tecnico Simone Miani. Interrogativi, anche qui tanti, per i biancazzurri.
I buoni segnali. Nell’undici iniziale Boben, Mora e Germinario regalano certezze, Cuppone è sempre tutto anima e cuore mentre nei 15’ finali Cancellotti ha dimostrato di essere indispensabile al pari di Lescano. Su di loro (anche se Germinario deve fare un percorso di crescita graduale a questi livelli) nessun dubbio.
Cosa non va. Al netto dei carichi di lavoro e di una condizione da trovare, le maggiori criticità sono sugli esterni bassi con Saccani, Milani (ieri in campo per 20’ da mezzala) e De Marino non al livello di Cancellotti, sui centrali con Illanes e Ingrosso che non sembrano avere le caratteristiche giuste e partono dietro a Boben e Pellacani. In mediana ad oggi Mora e Germinario hanno convinto, Kraja deve ingranare mentre Gyabuaa convince poco. Mehic? Bravo e sa interpretare il ruolo ma è ancora molto acerbo. In attacco Blanuta è troppo lontano dal livello di Lescano e Cuppone. La sensazione è che faccia fatica a fare l’alternativa in un ruolo così delicato.
Parla Kolaj. Colpi, accelerazione e tanta qualità: su Kolaj nessun dubbio in attesa che la condizione atletica cresca. «Sono felicissimo di essere qui, non guardi la categoria quando chiama Pescara. Perchè ho accettato? Il direttore ha dimostrato un forte interesse e mi sento al centro del progetto. Sul mio ruolo, vi dico che posso fare sia il trequartista che l’esterno e non vedo l’ora di poterlo dimostrare».
Enrico Giancarli