Case di riposo, l’urlo dei sindacati «Troppi debiti, così si chiudono» 

Cgil, Cisl e Uil rilanciano l’allarme sui conti dell’Asp1: «Passivo di 12 milioni di euro e nessuna risposta» Nuovo appello alla Regione per tutelare i 200 lavoratori delle strutture di Teramo, Nereto e Civitella 

TERAMO. Da una parte un debito da 12 milioni, dall'altra l’accusa di immobilismo nei confronti della Regione. Sullo sfondo il rischio di chiusura. È questo lo scenario che i sindacati Cgil, Cisl e Uil tornano a denunciare sulla situazione dell'Asp1, l'azienda dei servizi alla persona che gestisce le case di riposo di Teramo, Civitella del Tronto e Nereto dove alloggiano complessivamente 500 anziani, parlando di uno «smarcamento delle responsabilità».
«Nonostante gli anni passati a denunciare la situazione di grave difficoltà economica e la gravissima situazione in cui si trovano gli oltre 200 dipendenti della Asp1 – ritardi continui degli stipendi e incertezza lavorativa –, non ci siamo mai persi d’animo e abbiamo continuato a lottare», fanno sapere i rappresentanti delle organizzazioni di categoria, «circa otto mesi fa la Regione ci ha prospettato una strada che si traduceva con un finanziamento stanziato, che sarebbe dovuto arrivare nei primi mesi del 2022, accompagnato dal piano di risanamento della Asp1. Per queste ragioni abbiamo convocato diversi tavoli e abbiamo costantemente puntellato il commissario della Asp1 affinché le tempistiche, che in questo caso sono vitali per la risoluzione del problema, non avessero la stessa caratteristica del pagamento delle retribuzioni: l’incertezza. A oggi, però, nulla è cambiato».
I sindacati sottolineano come il debito, dalle organizzazioni stimato sempre sugli 8 milioni di euro, sia in realtà di «12 milioni di euro che, purtroppo, ci fanno constatare il rischio davvero concreto della chiusura delle strutture. Le cooperative e le aziende della Asp1 sono allo stremo e sono oramai mesi che pongono questioni di fattibilità economica e legale. La Regione dimostri concretamente di avere a cuore le oltre 200 lavoratrici e lavoratori che hanno mantenuto, e continuano a farlo, un servizio essenziale per le persone più anziane». Cgil, Cisl e Uil chiedono alla politica, alle istituzioni e ai cittadini di farsi carico di questo problema, in maniera istantanea e con tempestività di decisioni e azioni.
«Ci auguriamo ci sia ancora uno spiraglio per salvare le case di riposo della nostra provincia, in caso contrario saremo costretti a constatare che non ci sarà più nessun futuro e non ci sarà più nessun presente per gli oltre 200 dipendenti che garantiscono i servizi alla Asp1 e per le oltre 500 persone anziane che risiedono all’interno delle strutture della Asp1», concludo i sindacati. (v.m.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.