Palazzo Gavioli, reati prescritti La confisca torna in appello 

Giulianova, la Cassazione annulla le condanne del costruttore e di un ex dirigente del Comune I giudici della Suprema Corte inviano a Perugia la questione relativa all’edificio sul lungomare

GIULIANOVA. L’ultimo grado di giudizio a scandire una vicenda complessa come quella di palazzo Gavioli a Giulianova. Senza però mettere la parola fine alla questione centrale della confisca dell’edificio che torna in appello. La Cassazione ha annullato la sentenza di condanna di secondo grado per intervenuta prescrizione dei reati di Dino Gavioli, quale rappresentante della società Gavioli e Restauri srl (difeso dall’avvocato Franco Coppi) e dell’ex dirigente del settore urbanistica del Comune di Giulianova Roberto Olivieri (difeso dall’avvocato Gabriele Rapali). In primo e secondo grado erano stati condannati rispettivamente a un anno e a un anno e sei mesi per falso e abuso d’ufficio. «La Corte», si legge nel dispositivo, «annulla la sentenza impugnata senza rinvio per essere i reati estinti per prescrizione con rinvio alla Corte d’appello di Perugia limitatamente alla confisca e alle statuizioni civili. Rigetta i ricorsi nel resto». Resta, dunque, la questione della confisca dell’edificio stabilita sia in primo grado sia in appello. La palazzina, situata di fianco al Kursaal, venne sequestrata nel gennaio del 2010 in seguito a un esposto dei residenti del condominio confinante. Da qui l’inchiesta del pm Silvia Scamurra. In Cassazione si sono costituite parti civili il Comune (rappresentato dall’avvocato Gianni Falconi), Giulianova Patrimonio rappresentata dall’avvocato Libera D’Amelio e il condominio di palazzo Tritone, quello confinante con il palazzo Gavioli, rappresentato dagli avvocati Gennaro Lettieri e PaolGiulio Mastrangelo. Lettieri e Mastrangelo in una nota scrivono: «La Cassazione ha annullato, per intervenuta prescrizione dei reati, la condanna per falso ed abuso di ufficio a carico di Dino Gavioli e dell’architetto Roberto Olivieri. Per la misura della confisca dell’immobile, obbligatoria per il reato di abuso d’ ufficio anche in caso di intervenuta prescrizione, dovrà pronunciarsi la Corte di Appello di Perugia. La Cassazione ha rigettato “nel resto” i ricorsi, nei quali gli imputati avevano richiesto l’ assoluzione per l’ insussistenza dei reati contestati. Le contestazioni della Procura, accertate in primo grado dal tribunale e confermate dalla sentenza della Corte di Appello che testualmente aveva affermato la «macroscopica illegittimità degli atti» relativi al palazzo sequestrato, la «frequenza dei rapporti intercorsi fra gli imputati», lo «scopo costantemente perseguito da Olivieri di favorire Gavioli», la «presenza costante del Gavioli all’interno del Comune di Giulianova» – circostanze tutte legate al rilascio dei vari permessi a costruire, tutti parimenti illegittimi – hanno superato anche il giudizio della Cassazione. A questo punto il Comune di Giulianova, costituitosi parte civile, non potrà che assumere tutti i provvedimenti amministrativi necessari per rimuovere l’ abuso edilizio che tuttora deturpa il lungomare della città».
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