Sos di Gisonni ai parlamentari «Non sono in grado di lavorare» 

Il commissario alla sicurezza del sistema idrico non è ancora operativo a quattro mesi dalla nomina Berardini (M5S): «De Micheli gli dia una sede al Mit». Pezzopane (Pd): «Intervenga il premier Conte»

TERAMO . Sono passati quattro mesi dalla nomina, ma non è ancora operativo. Il commissario per la messa in sicurezza dell’acqua del Gran Sasso Corrado Gisonni si rivolge ai parlamentare abruzzesi per superare lo stallo in cui è rimasto incastrato il suo incarico. Nella lettera indirizzata a deputati e senatori riassume i motivi del blocco che, nei giorni scorsi, aveva già denunciato pubblicamente senza alcun esito. Mancano il decreto del presidente del Consiglio che attivi la struttura commissariale, composta da undici persone, e l’individuazione della sede a Roma. «Purtroppo, ad oggi, nessuno dei suddetti passaggi è giunto a compimento» sottolinea Gisonni, «costituendo un’enorme pregiudiziale per lo svolgimento delle attività nel rispetto dei tempi assegnati dalla legge».
Il suo mandato scadrà a dicembre del 2021, nel frattempo il commissario ha avviato sopralluoghi nei laboratori di fisica nucleare e sulle strutture acquedottistiche, ha partecipato a incontri con la popolazioni e tavoli istituzionali, ma senza gli adempimenti richiesti non può fare altro. «Confido nel loro autorevole interessamento e contributo», scrive il commissario rivolgendosi ai parlamentari abruzzesi, «affinché le suddette difficoltà vengano finalmente superate». Solo così, tiene a specificare, «il sottoscritto potrà essere messo nelle condizioni di operare e portare a termine il proprio mandato, che appare attualmente pericolosamente compromesso». L’appello del commissario raccoglie le prime risposte da parte dei destinatari. «Sono decisamente preoccupato per la sua lettera», afferma il deputato teramano del Movimento 5 stelle Fabio Berardini, «condivido pienamente la necessità di trovare il prima possibile una sede operativa a Roma, oltre a quella prevista all’Aquila, visto e considerato che la questione coinvolge le competenze di ben quattro ministeri». Per uscire dallo stallo il parlamentare chiama in causa il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli che potrebbe ospitare negli spazi del suo dicastero la struttura commissariale per il Gran Sasso. «L'avvio concreto della progettazione e dei lavori di messa in sicurezza assumono un'importanza fondamentale alla luce dell'indagine avviata dalla procura della Repubblica», conclude Berardini, «per tale motivazione è necessario che il governo dia una celere risposta». Dello stesso tono è la risposta della deputata del Pd Stefania Pezzopane. «Ho immediatamente attivato contatti con i ministeri competenti per accelerare ogni procedura necessaria a rendere operativo il commissario», fa sapere, «esprimo grande preoccupazione per la situazione legata al risanamento del sistema idrico e di tutta la zona del Gran Sasso». La parlamentare chiede anche l’intervento del premier Giuseppe Conte per l'adozione del provvedimenti sollecitati da Gisonni e consentirgli di entrare pienamente in funzione nel suo incarico. «Non possiamo tralasciare una situazione così grave», conclude, «sono certa che il governo attivi subito ogni struttura ed ogni ufficio perché si possa risolvere al più presto lo stallo, dando cosi la piena possibilità al commissario straordinario di portare a termine le attività nel rispetto dei tempi assegnati dalla legge».
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