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Abruzzo: quasi mille imprese in meno nel primo trimestre 2020

Pescara è la città che regge meglio la crisi: il saldo tra gennaio e marzo di quest'anno è il peggiore degli ultimi sette anni

PESCARA. Quasi mille imprese in meno, in Abruzzo, nei primi tre mesi del 2020 (in Italia, si contano più di 30mila cessazioni a fronte delle 21mila nel 2019). Il bilancio della nati-mortalità delle imprese tra gennaio e marzo di quest’anno risente delle restrizioni seguite all'emergenza Covid-19 e rappresenta il saldo peggiore degli ultimi 7 anni, rispetto allo stesso arco temporale. Gli effetti conseguenti allo stato di eccezionalità in cui l'economia reale si sta muovendo appesantiscono il risultato di un bilancio che nei primi tre mesi dell’anno chiude sempre in rosso per effetto delle chiusure comunicate sul finire dell’anno precedente. Questo è quanto emerge della fotografia scattata da Unioncamere – InfoCamere sui dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel I° trimestre 2020 disponibili online all’indirizzo http://www.infocamere.it.

Tra le 4 città capoluogo abruzzesi, Pescara è quella che regge meglio la crisi con un tasso di crescita del -0,34% contro quello regionale pari al -0,64%. E sono, soprattutto, le ditte individuali ad abbassare le saracinesche. Gennaro Strever, presidente Camera di Commercio Chieti Pescara: “Un dato negativo, superiore alla media italiana, da cui ripartire per contribuire alla ripresa. La giunta si riunirà il prossimo 23 aprile e predisporrà un piano d’azione puntando su contributi diretti alle piccole e medie imprese per sostenerne la liquidità immediata, aiutarle nei processi di digitalizzazione e negli interventi necessari ad adattare le proprie strutture alle prescrizioni che saranno imposte dalla fase postemergenziale”.

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