Alcol, i week end dell'abuso/ Inchiesta Ieri due ragazzi al pronto soccorso

PESCARA. La testa inizia a girare. Le gambe tremano. Vertigini. E poi quel senso di vuoto e la vista che si abbassa di colpo. L’alcol a fiumi va a braccetto con le luci intermittenti e le casse...

PESCARA. La testa inizia a girare. Le gambe tremano. Vertigini. E poi quel senso di vuoto e la vista che si abbassa di colpo. L’alcol a fiumi va a braccetto con le luci intermittenti e le casse pulsanti dei locali della riviera. Quando le fluorescenze dei neon si abbassano e arriva il momento di buttarsi in pista, la carta d’identità diventa un optional che i barman troppo spesso dimenticano di controllare. Succede così che si inizia a shakerare e servire i drink a raffica alle comitive di giovani che prendono d’assalto i banconi. Senza curarsi minimamente dell’età di chi chiede da bere. Le statistiche fotografano una fascia altissima di minorenni che si avvicina ai superalcolici: secondo l’ultimo rapporto Istat il 63,5 per cento dei ragazzini sopra gli undici anni beve almeno una volta all’anno e il 27,5 per cento lo fa tutti i giorni.

I controlli combinati delle forze dell’ordine nei locali caldi della movida pescarese non bastano a coprire la mole dei giovanissimi che cadono vittime dei vortici del bere. Come conferma la dirigente della Polizia stradale Silvia Conti, negli ultimi tempi la ricerca dello sballo di massa non è più un rito circoscritto al fine settimana o a qualche particolare appuntamento dell’anno. Si beve tutti i giorni, in tutti i luoghi e a tutte le ore. Ieri pomeriggio due sedicenni, un ragazzo e una ragazza, sono finiti al pronto soccorso per abuso di alcol. Tutti e due si trovavano in uno stabilimento balneare della riviera nord con un gruppo di coetanei. Dalle primissime informazioni sembra che si fossero portati da casa vino a buon mercato e liquori per bere sotto l'ombrellone. Il primo a sentirsi male è stato il ragazzo: qualcuno ha chiamato il 118 e l'ambulanza è arrivata fino al bagnasciuga. Una volta arrivato in ospedale i medici gli hanno diagnosticato un'intossicazione da alcol e lo hanno ricoverato in Pediatria. Nemmeno mezz'ora dopo in ospedale è arrivata un'altra ragazzina: stesso stabilimento e probabilmente anche stessa comitiva. Intanto i vigili urbani sono comunque andati a fare un sopralluogo nello stabilimento, proprio per chiarire definitivamente come siano andate le cose e se ci siano responsabilità da parte dei gestori. «I controlli ci sono tutti i giorni», sottolinea il comandante provinciale dei carabinieri Marcello Galanzi, «a Pescara Vecchia così come lungo la riviera. Le multe sono salate per chi serve da bere ai minorenni: si arriva anche alla chiusura del locale. E il vero problema è quando l’alcol è mescolato alle sostanze stupefacenti». Uno dei momenti incandescenti dall’inizio della stagione è stato il Botellòn dell’8 giugno scorso, il megaraduno alcolico importato dalla Spagna che grazie al tam-tam di Facebook e dei social network ha portato sulla spiaggia della Madonnina cinquemila giovani desiderosi di bere e lasciarsi andare.

«Quella è stata una parentesi che fortunatamente capita una volta all’anno», aggiunge il colonnello Galanzi, «le vere criticità si concentrano nel weekend, dal venerdì sera alla domenica». I posti di blocco delle forze dell’ordine lungo le arterie di entrata e di uscita da Pescara si combinano con le pattuglie che presidiano piazza Italia, viale Marconi e il lungomare, fino al confine con Montesilvano. «Al momento abbiamo due squadre in servizio fino all’1», dice il comandante dei vigili urbani di Pescara Carlo Maggitti, «siamo in attesa dell’entrata in vigore del turno notturno estivo, con altre due pattuglie». Gli uomini della stradale confermano un indice preoccupante: sono soprattutto i neopatentati che si mettono alla guida dopo aver alzato il gomito e che presentano tassi alcolemici anche di 2.2 o 2.8. ma anche gli over 40 non sono da meno. «L’esodo si concentra tra le 3 e le 4 del mattino», rimarca Silvia Conti, «quando agli effetti del bere si aggiunge la stanchezza».

Ylenia Gifuni

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