GIORNO DELLA MEMORIA

Cerimonie in tutto l'Abruzzo e un ex deportato va da Mattarella

L’ex soldato Giovanni Paolone, 100 anni, invitato al Quirinale per la cerimonia nazionale

Cerimonie, conferenze, mostre, spettacoli e concerti in tutta la regione per la commemorazione della Giornata della memoria e un ex deportato abruzzese va dal presidente Mattarella. 

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L’ex soldato ed ex deportato è Giovanni Paolone, 100 anni, invitato al Quirinale per la cerimonia nazionale. Venerdì 27 gennaio (Giorno della Memoria), alle ore 10, l'ex soldato ed ex deportato IMI (Internato Militare Italiano) in Polonia, Giovanni Paolone (Classe 1922), è stato invitato alla cerimonia nazionale al Palazzo del Quirinale.

La richiesta era stata inoltrata da Giulianova dal ricercatore storico sugli IMI Walter De Berardinis in collaborazione con la famiglia Paolone. Alla cerimonia sarà accompagnato dal figlio Domenico e dal ricercatore giuliese. La giornata di Roma chiude il cerchio alla ricerca per ricostruire le vicende che accompagnarono le vicissitudini dell’ex deportato detenuto nei lager tedeschi.

Il centenario Paolone ha ricevuto la Medaglia d'Onore per la deportazione e il diploma di Combattente della Libertà. Nativo di Cermignano (24 giugno 1922), oggi vive con il figlio Domenico nella Contrada Castellaro di Penna Sant’Andrea in provincia di Teramo.

Il 2 febbraio 1942, dopo che aveva già tre fratelli (erano 7 figli) al fronte, parte in guerra con il 73° reggimento fanteria “Lombardia” a Trieste e successivamente, dopo aver frequentato il corso di armaiolo, distaccato al 52° reggimento fanteria nell’area al confine orientale con il CLVII battaglione mitraglieri “Novara” – 2° Divisione di fanteria "Sforzesca" (dislocata in Venezia Giulia nella zona tra Divaccia, Fola, Sesana, Villa del Nevoso lungo la linea di confine italo-jugoslavo).

Dopo le vicende dell’8 settembre 1943, viene catturato dai tedeschi a Trieste e internato nello Stammlager II-D a Stargard, in Pomerania in territorio polacco vicino alla città di Stettino. Durante la sua prigionia, con il numero 101-306, condivisa anche con canadesi e americani, lavorò nei campi e fabbriche tedesche. La salvezza arriva l’11 aprile 1945, quando le truppe americane aprirono i cancelli del lager e fu rimpatriato solo nell’estate dello stesso anno. Aveva passato due anni in un lager nazista.