Chiodi: più regole per i privati

Ma le opposizioni attaccano: stop agli intrecci tra politica e affari

PESCARA. Tetti di spesa per gli operatori della sanità privata, vertenza Villa Pini e pericolo di aumento della fiscalità in Abruzzo. Sono i temi forti della polemica politica che infuria, a pochi giorni dal voto amministrativo. Il presidente-commissario, Gianni Chiodi, è intervenuto ieri per chiarire che «stabilire le regole significa avere contratti sottoscritti e impegni finanziari sopportabili per gli abruzzesi. Ma significa soprattutto stroncare la cattiva abitudine di gonfiare i fatturati con ricoveri inappropriati».

Il presidente-commissario spiega che «si è proceduto a fissare i tetti di spesa della spedalità privata per il 2010 evitando tagli generalizzati ma con criteri obiettivi e, nello stesso tempo, semplici: il fatturato delle singole cliniche, depurato dai tassi di inappropriatezza. Ciò vuol dire», afferma Chiodi, «che chi ha operato in perfetto regime di appropriatezza mantiene il tetto di spesa per il 2010 senza alcuna decurtazione». Ma le rassicurazioni del presidente non spengono le contestazioni.

E se per il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci, «Chiodi si trova a fare i conti con la pesante eredità lasciata dal centrodestra, che regalò alle cliniche private un contratto triennale di 390 milioni di euro senza controlli né tetti», il capogruppo regionale dell’Idv, Carlo Costantini, punta il dito sugli «intrecci» tra politica e affari. Costantini denuncia «l’incredibile presa di posizione» di due presidenti delle Province di Pescara e Chieti, Guerino Testa e Enrico Di Giuseppantonio, che «si ritengono già in grado di esprimere apprezzamento per il piano industriale della Ddp», una delle società appositamente costituite per rilevare dal fallimento Villa Pini. L’altro gruppo interessato è Neuromed, prosegue Costantini, «del parlamentare PdL Patricello, che acquista la parte di Villa Pini non dichiarata fallita, ma poi in parte smentisce».

Secondo il senatore dell’Idv, Alfonso Mascitelli, c’è invece «il rischio di uno scatto automatico delle aliquote Irpef e Irap, in caso di ulteriore disavanzo sanitario dell’Abruzzo. Il risultato drammatico a cui ci porteranno», prevede il parlamentare, «è che molti dipendenti di Villa Pini non troveranno una collocazione lavorativa e ci sarà un nuovo aumento delle tasse sulle spalle delle famiglie e delle imprese abruzzesi». Oggi, intanto, è previsto il responso del Tar al ricorso della curatela fallimentare di Villa Pini su circa due milioni di euro non riscossi dalla Asl di Chieti. La guerra degli accreditamenti è appena cominciata.

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