Un allevamento di visoni

L'EPIDEMIA / PARLAMENTO

Coronavirus, Brambilla: chiudere gli allevamenti di visoni

Dopo un probabile caso di infezione da animale a uomo in Olanda, la deputata di Forza Italia interroga i ministri della Salute e delle politiche agricole. In Abruzzo una delle 13 strutture italiane

ROMA. La deputata di Forza Italia Michela Vittoria Brambilla, dopo il primo caso probabile di trasmissione della Covid-19 dall'animale all'uomo in un allevamento di visioni in Olanda, ha chiesto in un'interrogazione ai ministri delle Politiche agricole e della Salute «se non ritengano opportuno chiudere le 13 strutture italiane tra Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Abruzzo, dove sono ancora allevati visoni, o quantomeno avviare approfonditi accertamenti e promuovere una legislazione che vieti l'allevamento e il commercio di animali per la produzione di pellicce».

«Mentre vari Stati europei» ha spiegato Brambilla «tra cui la stessa Olanda, il Regno Unito, l'Austria, la Slovenia, la Croazia, la Bosnia ed Erzegovina, alcune regioni del Belgio e la Germania, hanno con diverse scadenze temporali legiferato per vietare o limitare l'allevamento di animali da pelliccia, in Italia la legge consente di allevare oltre 200mila visoni ogni anno nelle ultime strutture attive, dove questi animali, selvatici e territoriali, vivono ammassati in pessime condizioni igieniche, continuamente a contatto tra loro e con gli operatori dello stabilimento. Si tratta» argomenta la deputata «di condizioni assai simili a quelle dei famigerati »wet market« dell'Estremo Oriente, da cui, secondo i più recenti studi, sarebbe partita la diffusione della pandemia di Covid-19. Nel caso olandese, le autorità sanitarie hanno rilevato la presenza del virus anche nell'aria e sul terreno all'interno degli stabilimenti». All'inizio della legislatura, Brambilla ha ripresentato una proposta di legge che vieta allevamento e commercio di animali da pelliccia.