LE CONSEGUENZE IN ECONOMIA

Coronavirus, l'export in Cina in picchiata: non regge neanche il Montepulciano

Il made in Abruzzo affonda nella crisi generale dei mercati asiatici. Coldiretti denuncia: "Prodotti penalizzati dai limiti posti al trasporto e richieste di certificazione". Annullate le fiere del vino e in Europa rinviato il Prowein di Dusseldorf, resiste il Vinitaly. E L'Ascom Abruzzo chiede misure di sostegno agli operatori del turismo e a medie e piccole imprese

PESCARA. Drastico calo delle esportazioni made in Abruzzo in Cina nel mese di gennaio: sulla base dei dati Istat relativi al gennaio 2020 che, a livello nazionale, registrano una diminuzione dell’11,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, Coldiretti Abruzzo lancia l'allarme per i prodotti abruzzesi e in particolare per il vino, il prodotto più esportato in Cina e che sta registrando una forte flessione delle vendite sul mercato asiatico. Tutta colpa del Corinavirus che in Cina, da quando è iniziata l’emergenza, ha avuto per effetto la riduzione dei consumi e dei flussi commerciali a causa dei limiti posti al trasporto di persone e merci.

La situazione è preoccupante e i produttori chiedono interventi di tutela soprattutto dopo la notizia dei rinvii delle grandi fiere del vino in Cina (a partire da quella Chengdu ma anche del Vinexpo di Hong Kong) e alla preoccupante assenza dei compratori cinesi ai grandi appuntamenti internazionali.

E' inoltre di oggi la notizia secondo cui la più grande fiera internazionale del vino, il "Prowein", in programma dal 15 al 17 marzo prossimo a Dusseldorf (Germania), è stato rinviato ad altra data a causa del Coronavirus. "La situazione è in continuo monitoraggio da parte degli organizzatori, anche se alberga l'ipotesi della cancellazione del Prowein 2020", si legge su Vinoway.com, "sarebbe un brutto colpo per quanto riguarda il business del settore enoico". Resta (resiste) il Vinitaly di Verona in programma un mese dopo e confermato di recente.

“Una conferma delle preoccupazioni sull’effetto negativo dell’epidemia sulla crescita mondiale è evidenziato dal Fondo monetario internazionale (FMI) con i vincoli ai trasporti per cercare di contenere il contagio che – sottolinea la Coldiretti – si stanno riflettendo anche sulla logistica delle merci con incertezze e ritardi che impattano sugli scambi commerciali. A pesare – precisa la Coldiretti – sono anche i limiti agli spostamenti interni dei cittadini cinesi che cambiano le abitudini di consumo soprattutto fuori casa. Il risultato è un brusco freno alla domanda interna e alle attività di promozione con il vino che è il prodotto tricolore più esportato in Cina per un valore, a livello nazionale, stimato dalla Coldiretti in 140 milioni di euro nel 2019 sulla base delle proiezioni annuali su dati Istat relativi ai primi dieci mesi. La Cina – sottolinea Coldiretti – per effetto di una crescita ininterrotta della domanda è entrata nella lista dei cinque Paesi che consumano più vino nel mondo ma è in testa alla classifica se si considerano solo i rossi, fra i quali anche il Montepulciano d’Abruzzo”.

Lo stallo del settore vitivinicolo sarebbe solo la punta dell’iceberg di un problema che avrà ripercussioni sull’intera economia regionale, con conseguenze immaginabili anche su tutti i settori produttivi.

"A preoccupare - denuncia l'associazione - sono anche le speculazioni in atto sui prodotti agroalimentari Made in Italy in alcuni Paesi dove vengono chieste senza ragione certificazioni sanitarie sulle merci in entrata e ci sono state anche assurde disdette delle forniture. Coldiretti chiede misure di sostegno alle attività più duramente colpite attraverso fondi specifici (anche a tutela delle attività che risentono del calo delle presenze turistiche come l’agriturismo), sgravi fiscali e contributivi con il rinvio di pagamenti, compensazioni previdenziali delle giornate di lavoro perse e – conclude – attivazione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori nonché interventi per colpire le pratiche commerciali sleali che frenano le esportazioni ed un piano promozionale sulla sicurezza e qualità del made in Italy alimentare all’estero".

Un altro campanello d'allarme viene lanciato da Ascom Abruzzo relativamente al comparto turistico e alle piccole medie imprese a seguito di una riunione straordinaria. Annalisa De Luca, presidente regionale delle imprese femminili e della città di Chieti di Ascom Abruzzo, chiede alla politica di agire subito e di mettere in campo interventi ed azioni concrete per sostenere i settori pubblici e privati del turismo non solo quelli della zona rossa. " Ritengo si debba addirittura dichiarare lo stato di calamità", aggiunge, "e come associazione di categoria chiediamo a gran voce a questo governo ma anche al presidente della regione Marco Marsilio misure di sostegno a imprese e lavoratori del territorio abruzzese che possano permettere al comparto di sopravvivere a questa crisi; la cassa in deroga per le agenzie di viaggio a livello regionale e nazionale; la sospensione del versamento dei contributi a carico delle aziende turistiche regionali".