Eolico, sul Genzana le torri della discordia
Contestato il progetto della centrale eolica: 28 torri a cavallo di due riserve naturali. Tra parchi, orsi e aquile reali
INTRODACQUA. Ci sono gli orsi marsicani, c’è l’aquila reale, vi sono stati liberati i grifoni e ci sono le riserve naturali e due parchi nazionali. Eppure qui a duemila metri vogliono fare un parco eolico con 28 torri per catturare l’energia del vento. E’ sul monte Genzana che si accende l’ultimo contrasto tra sviluppo e ambiente.
Lo storico rebus si erge nel Sulmonese, nel borgo tra “le acque”, uno dei più belli d’Italia come certificato dal Club e che ha avuto anche il privilegio di comparire su uno speciale annullo filatelico, insieme alle tre cime di Lavaredo, a Casamicciola terme e alla Marmolada. Sedici aerogeneratori alti un’ottantina di metri che una società del Napoletano, che però di nome fa Nordest, intende collocare lungo l’intero crinale del Monte Genzana.
Il progetto dall’investimento cospicuo, si parla di 30 milioni, è stato approvato dal consiglio comunale come «parco eolico» e ha iniziato a suscitare qualche perplessità quando nel paese più vicino, Bugnara, dall’altra parte del crinale, è stato dato il via libera ad un analogo piano di dodici torri, sempre della Nordest spa, che si ricollegherebbe a quello di Introdacqua. In sostanza tra la Valle di Sant’Antonio e la Serra Rufigno, fino ad avvicinarsi alla cima del Genzana, e a pochi metri in linea d’aria dal confine di Pettorano sul Gizio e della riserva naturale che tutela l’area montana, si formerebbe un’unica centrale eolica di 28 torri, ciascuna con pale di 46 metri di lunghezza.
Così prevista, la “centrale”, e non più “parco”, ha cominciato a dividere il paese con la costituzione di un comitato civico, petizioni, proteste via web, e un lungo cartello di associazioni ambientalistiche (manca solo Legambiente). Il Wwf ha chiesto chiarimenti e inoltrato una dettagliata relazione alla Regione e alla Forestale sollecitando un intervento immediato per fermare quello che ritiene «un vero e proprio scempio ambientale». All’appello si sono unite l’associazione Wilderness e la Lipu (lega protezione uccelli), quest’ultima preoccupata dal colpo di grazia che la centrale darebbe alle specie faunistiche, e tutelate, esistenti. «Le pale rotanti degli aerogeneratori costituiscono una minaccia per l’aquila reale, il falco pellegrino ed il gracchio corallino», cita ad esempio Stefano Allavena coordinatore Lipu per l’Abruzzo, che ricorda anche come il piano di azione di tutela dell’orso marsicano (Patom) raccomandi di evitare la realizzazione di impianti eolici nell’ambiente di vita del mammifero.
Ma a preoccupare gli ambientalisti è anche l’impatto ambientale che provocherebbero i lavori per realizzare la centrale. I camion si farebbero largo tra due parchi nazionali (parco d’Abruzzo e parco della Maiella), le strade verrebbero create all’interno di faggete e pinete, così come l’elisuperficie per l’atterragio degli elicotteri.
«Noi non siamo contrari allo sviluppo dell’energia alternativa», mette in chiaro la presidente Wwf Camilla Crisante, «però si deve prima vedere bene dove fare questi impianti, certo è che non si possono realizzare dove esistono aree protette e comuni che vivono di turismo ambientale».
Caso vuole che sia a Introdacqua (amministrazione di centrosinistra) sia a Bugnara (amministrazione di centrodestra) a marzo si voti. I sindaci si fanno forza della scelta fatta dai rispettivi consigli comunali. Con, tuttavia, due procedure diverse. A Bugnara è stata firmata la convenzione, proposta dalla Nordest, prima che iniziasse la procedura per le autorizzazioni e che prevede la concessione trentennale dell’area, il progetto preliminare, e gli obblighi di ripristino a fine concessione. Introdacqua, invece, ancora non firma anche se lo schema della convenzione è lo stesso. Se infatti da una parte la società si impegnerebbe ad agevolare l’imprenditoria locale per effettuare i lavori, dall’altra il Comune consentirebbe alla Nordest di trasferire ogni diritto della convenzione ad altra società subappaltante individuata dalla stessa Nordest. E’ forse questa la postilla che non convince?
Sul monte Genzana il vento soffia forte ed è freddo. E in tanti ricordano la battaglia vinta una decina di anni fa contro la realizzazione di un poligono militare.
Lo storico rebus si erge nel Sulmonese, nel borgo tra “le acque”, uno dei più belli d’Italia come certificato dal Club e che ha avuto anche il privilegio di comparire su uno speciale annullo filatelico, insieme alle tre cime di Lavaredo, a Casamicciola terme e alla Marmolada. Sedici aerogeneratori alti un’ottantina di metri che una società del Napoletano, che però di nome fa Nordest, intende collocare lungo l’intero crinale del Monte Genzana.
Il progetto dall’investimento cospicuo, si parla di 30 milioni, è stato approvato dal consiglio comunale come «parco eolico» e ha iniziato a suscitare qualche perplessità quando nel paese più vicino, Bugnara, dall’altra parte del crinale, è stato dato il via libera ad un analogo piano di dodici torri, sempre della Nordest spa, che si ricollegherebbe a quello di Introdacqua. In sostanza tra la Valle di Sant’Antonio e la Serra Rufigno, fino ad avvicinarsi alla cima del Genzana, e a pochi metri in linea d’aria dal confine di Pettorano sul Gizio e della riserva naturale che tutela l’area montana, si formerebbe un’unica centrale eolica di 28 torri, ciascuna con pale di 46 metri di lunghezza.
Così prevista, la “centrale”, e non più “parco”, ha cominciato a dividere il paese con la costituzione di un comitato civico, petizioni, proteste via web, e un lungo cartello di associazioni ambientalistiche (manca solo Legambiente). Il Wwf ha chiesto chiarimenti e inoltrato una dettagliata relazione alla Regione e alla Forestale sollecitando un intervento immediato per fermare quello che ritiene «un vero e proprio scempio ambientale». All’appello si sono unite l’associazione Wilderness e la Lipu (lega protezione uccelli), quest’ultima preoccupata dal colpo di grazia che la centrale darebbe alle specie faunistiche, e tutelate, esistenti. «Le pale rotanti degli aerogeneratori costituiscono una minaccia per l’aquila reale, il falco pellegrino ed il gracchio corallino», cita ad esempio Stefano Allavena coordinatore Lipu per l’Abruzzo, che ricorda anche come il piano di azione di tutela dell’orso marsicano (Patom) raccomandi di evitare la realizzazione di impianti eolici nell’ambiente di vita del mammifero.
Ma a preoccupare gli ambientalisti è anche l’impatto ambientale che provocherebbero i lavori per realizzare la centrale. I camion si farebbero largo tra due parchi nazionali (parco d’Abruzzo e parco della Maiella), le strade verrebbero create all’interno di faggete e pinete, così come l’elisuperficie per l’atterragio degli elicotteri.
«Noi non siamo contrari allo sviluppo dell’energia alternativa», mette in chiaro la presidente Wwf Camilla Crisante, «però si deve prima vedere bene dove fare questi impianti, certo è che non si possono realizzare dove esistono aree protette e comuni che vivono di turismo ambientale».
Caso vuole che sia a Introdacqua (amministrazione di centrosinistra) sia a Bugnara (amministrazione di centrodestra) a marzo si voti. I sindaci si fanno forza della scelta fatta dai rispettivi consigli comunali. Con, tuttavia, due procedure diverse. A Bugnara è stata firmata la convenzione, proposta dalla Nordest, prima che iniziasse la procedura per le autorizzazioni e che prevede la concessione trentennale dell’area, il progetto preliminare, e gli obblighi di ripristino a fine concessione. Introdacqua, invece, ancora non firma anche se lo schema della convenzione è lo stesso. Se infatti da una parte la società si impegnerebbe ad agevolare l’imprenditoria locale per effettuare i lavori, dall’altra il Comune consentirebbe alla Nordest di trasferire ogni diritto della convenzione ad altra società subappaltante individuata dalla stessa Nordest. E’ forse questa la postilla che non convince?
Sul monte Genzana il vento soffia forte ed è freddo. E in tanti ricordano la battaglia vinta una decina di anni fa contro la realizzazione di un poligono militare.