Era Varrassi, tagli ai reparti e tre nuovi mini-ospedali

In tre anni l’ex direttore generale aquilano per ridurre la mobilità passiva ha chiamato altri otto docenti universitari a dirigere le divisioni dei 4 presidi

TERAMO. Tre anni intensi quelli trascorsi dall’ex direttore generale della Asl di Teramo Giustino Varrassi, nominato dalla giunta Chiodi a fine novembre 2010. Tre anni in cui l’ex docente universitario aquilano ha cambiato l’assetto della sanità teramana. Suscitando plausi ma anche tante polemiche.

Uno dei primi passi compiuti da Varrassi è stato il tentativo di ridurre l’enorme mobilità passiva (che ha superato gli 80 milioni di euro, il 60% causato dall’esodo in strutture fuori provincia di pazienti vibratiani, secondo quanto annunciò poco dopo l’insediamento) tramite la convenzione con l’università di medicina dell’Aquila di alcuni reparti, soprattutto nell’ospedale di Sant’Omero. A tre mesi dal suo insediamento Varrassi ha nominato primari docenti aquilani: Ivano Testa (medicina Sant’Omero), Felice Patacchiola (ginecologia Sant’Omero), Maria Penco (cardiologia Atri, che però ha lasciato nel 2013), Alessandro Rossi (psichiatria Giulianova) più altri quattro in altrettante unità semplici. I nuovi docenti-primari si aggiungono a quelli che già lavoravano in reparti convenzionati, arrivando a superare la quindicina.

Ma accanto ai nuovi arrivi sono arrivati una serie di tagli, contenuti nelle diverse versioni dell’atto aziendale targato Varrassi. Tagli che, come nel caso dell’ospedale di Atri, hanno causato vere e proprie battaglia al Tar e al Consiglio di Stato. Gli ospedali che hanno subito maggiori ridimensionamenti sono stati appunto quello di Atri - per cui si svolse nell’ottobre 2011 anche un nutrito corteo di protesta per le vie del centro - e quello di Giulianova. Fra i vari declassamenti, spiccano in quest’ultimo ospedale quello del centro regionale di fisiopatologia della nutrizione diventato unità semplice e addirittura accorpato all’endocrinologia. Le due chirurgie “storiche” inoltre divennero una unica struttura semplice dipartimentale di chirurgia endoscopica. Pesanti i tagli ad Atri - fra l’altro -in psichiaria che ha perso i posti letto, in urologia diventata day surgery, in medicina nucleare in cui l’attività è ridotta, nell’Utic chiusa e ridotta a cardiologia. Ridotto anche un altro punto di riferimento extra-regionale, il centro di auxologia e nutrizione pediatrica, diventato struttura semplice.

Tagli e ridimensionamenti che hanno causato proteste e nascita di comitati. Fra le proteste spicca lo sciopero della fame messo in atto per due volte agli inizi del 2013 da pazienti, loro parenti e da operatori sanitari contro lo scarsissimo personale destinato all’oncologia e al day hospital oncologico teramano e alla soppressione del dipartimento oncologico. A questo proposito il centrosinistra consegnò alla Asl una raccolta di 4mila firme.

Varrassi ha anche dato il via a una rivoluzione da non sottovalutare per l’assistenza sul territorio. Nel 2013 ha infatti inaugurato tre Uccp, a Villa Rosa, Sant’Egidio e Montorio. Si tratta di mini-ospedali gestiti da medici di base, affiancati però anche da specialisti: l’obiettivo è ridurre l’afflusso di pazienti agli ospedali e fornire prestazioni più vicine al territorio. Fra gli obiettivi raggiunti c’è lo sblocco di una gara d'appalto ferma da anni per costruire un hospice per malati terminali nell'ex sanatorio di Teramo, che ora è in funzione.

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