Gli ultrà nei guai per la protesta

Sott’inchiesta in 10 per l’irruzione in consiglio in difesa dello stadio. Il pm Giovagnoni ipotizza due accuse: interruzione di pubblico servizio e oltraggio al sindaco Brucchi

TERAMO. Bloccarono il consiglio comunale di Teramo gridando slogan in difesa del vecchio stadio: per questo dieci ultrà teramani sono finiti sott’inchiesta. Il pubblico ministero Stefano Giovagnoni li ha indagati per interruzione di pubblico servizio.

Tre di loro, inoltre, devono rispondere anche di oltraggio a pubblico ufficiale per le offese lanciate al sindaco Maurizio Brucchi e ad alcuni assessori, proprio nelle loro vesti di pubblici ufficiali. Il pm Giovagnoni qualche giorno fa ha chiuso l’indagine avviata dopo il rapporto arrivato dalla Digos, che quel giorno intervenne in consiglio.

L’IRRUZIONE
. L’irruzione su cui indaga la procura avvenne nel pomeriggio del 14 gennaio al Parco della Scienza dove era in corso il consiglio comunale. In quell’occasione una ventina di tifosi del Teramo si presenterano in consiglio con slogan a difesa del vecchio stadio e contro il progetto che in quell’area porterà il teatro. «Vergognatevi», scandirono gli ultrà alzando le braccia e battendo ritmicamente le mani. E poi «Brucchi non sei il padrone di Teramo».

Nei confronti del sindaco e dell’amministrazione volarono offese e accuse pesanti: «Pensate solo ai vostri interessi» gridarono i tifosi, circondati da vigili urbani e agenti della Digos, e a nulla servì il tentativo del presidente del consiglio Angelo Puglia di ottenere il silenzio. A quel punto la seduta venne sospesa e Brucchi, affiancato da alcuni assessori e consiglieri, raggiunse il gruppo di contestatori per intavolare una trattativa. Il primo cittadino propose un incontro con una delegazione dei tifosi per «vedere insieme le carte del teatro», spiegando però che la procedura per realizzarlo ormai era avviata.

L’ASSEDIO E IL REFERENDUM
. E sabato scorso i tifosi teramani hanno manifestato davanti al municipio, sotto l’ufficio del primo cittadino. C’erano i componenti del comitato che ha raccolto 5mila firme per bloccare l’abbattimento del vecchio Comunale per fare spazio al teatro. Gli ultrà premono perchè il referendum per salvare lo stadio si faccia entro il 5 maggio, prima della conclusione della gara di appalto che spianerà la strada alla costruzione del teatro, dei parcheggi sotterranei e di 150 appartamenti. Il timore gridato dai tifosi nel corso della manifestazione di sabato mattina è che l’amministrazione comunale faccia finta di nulla e ritardi l’avvio della consultazione popolare a dopo l’affidamento dei lavori. Secondo lo statuto comunale la data ultima per l’indizione della consultazione è il 23 maggio. Se il sindaco non si pronuncerà entro quel termine i tifosi hanno annunciato l’intenzione di presentare ricorso al Tar.

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