Macerie all'Aquila, rimozione anche di notte

Al vertice a Roma la proposta di Cialente per evitare la paralisi del traffico. Sono confermati i due siti già individuati ma mai attivati. E si cerca una quarta area per il trattamento

L’AQUILA. «Tutti i presenti hanno ribadito che non vi è stata alcuna inerzia nell’affrontare la difficile questione». Chissà cosa ne pensa il popolo delle carriole di questa frase fatta mettere a verbale al termine dell’incontro sulle macerie a Roma, al ministero dell’Ambiente.

«NESSUNA INERZIA».
Seduti allo stesso tavolo il ministro Stefania Prestigiacomo, il presidente della Regione e commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi, il sindaco e vicecommissario Massimo Cialente, l’assessore regionale all’Ambiente Daniela Stati, l’assessore comunale Alfredo Moroni, la presidente della Provincia Stefania Pezzopane, l’assessore provinciale Michele Fina, il prefetto Franco Gabrielli, il vicecapo della Protezione civile Bernardo De Bernardinis, il presidente dell’Anci Abruzzo Antonio Centi, i rappresentanti di Arta e Ispra e il coordinatore della struttura tecnica di missione Gaetano Fontana hanno convenuto che, finora, tutti hanno fatto tutto il possibile per risolvere il problema macerie. Ma i quattro milioni e mezzo di tonnellate stanno ancora lì a ingombrare strade e piazze dell’Aquila e degli altri centri storici distrutti dal terremoto. Che, poi, è anche il motivo della protesta dei seimila con le carriole.

LE CONFERME.
Poche, pochissime novità e tante conferme. Il tavolo romano ha recepito in pieno tutto il lavoro fatto finora all’Aquila. I siti, infatti, sono sempre gli stessi tre: ex Teges, l’unico attivo, che sarà ampliato; Bazzano e Barisciano, che saranno attivati entrambi, il primo entro 30 giorni e il secondo entro 60. Gli stessi tempi di prima, nessuna accelerazione. Oltre a questo, il Comune ha portato un pacchetto di altri 8 siti (ma la Regione ne ha già vistati altri sei, tutti di privati, quindi il totale, sulla carta, arriva finora a 17) dove effettuare il trattamento. In particolare, si cerca una quarta area, di almeno 50 ettari. Confermato anche che i poteri sulle macerie restano in capo al commissario del governo che supporterà i sindaci, i quali restano i produttori e i titolari della gestione. Altra conferma è quella legata ai soggetti incaricati della rimozione e del trasporto, in attesa delle gare a evidenza pubblica. Continueranno a farlo «ove necessario», è scritto nel verbale, i pompieri e i militari. Cioè i soggetti che l’hanno fatto fino a questo momento. Per le gare, poi, si farà ricorso alle procedure accelerate. Entro 40 giorni tutto il percorso dovrebbe potersi dire concluso.

TERRENI AGRICOLI.
Una prossima ordinanza potrebbe prevedere la possibilità di depositare in via temporanea, le macerie anche sui terreni agricoli. Il che aprirebbe la strada non solo alle requisizioni ma anche alle libere proposte dei privati interessati. Contestualmente, dovrebbe essere prevista una deroga anche al limite temporale di permanenza di questo tipo di «rifiuti» sui terreni stessi che finora è fissata in tre mesi.

«POCHE DEROGHE».
Limitare le deroghe per gli appalti per la rimozione del materiale. Questa la richiesta formalizzata dal commissario Chiodi nel corso della riunione, che gli ha di nuovo conferito poteri di individuazione dei siti di deposito temporaneo, peraltro già previsti dal decreto di nomina.

DI NOTTE.
Il sindaco Massimo Cialente ha auspicato che nei bandi di gara per la rimozione, che dovrebbero essere attivati a breve, venga inserita la clausola del trasporto notturno. «Questo», ha spiegato Cialente, «per evitare che venga ingolfato il traffico in città, considerato che i camion dovranno viaggiare a pieno ritmo se vogliamo risolvere presto il problema». Secondo alcuni calcoli, sarebbero necessari circa 1400 viaggi di mezzi idonei al trasporto. Si è parlato anche dei soldi necessari per far partire la macchina. La Protezione civile si è chiamata fuori, i fondi arriveranno dal governo.

LE REAZIONI.
Unanime la soddisfazione, a partire dal ministro Prestigiacomo: «È stata positivamente avviata a soluzione la questione della rimozione delle macerie dall’Aquila e dagli altri Comuni colpiti dal sisma. Il ministero collaborerà attivamente a tutto il processo per assicurare, in ogni fase, la massima tutela e salvaguardia del territorio». Per Chiodi è stato utile far chiarezza sulle competenze «liberando, in questo modo, i Comuni che certo non potevano far fronte a un problema di queste dimensioni». Per la presidente della Provincia Stefania Pezzopane «un passo in avanti è stato fatto soprattutto sul piano della chiarezza: chi deve fare cosa. Ora, però, bisogna dare seguito alle premesse».

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