Mare-Monti, D'Alfonso assolto per non aver commesso il fatto
Stesso verdetto per Carlo Toto. Prescritti il figlio Alfonso e il nipote, Paolo, dell'imprenditore, sulla mancata realizzazione della strada statale 81 nell'area vestina
L'AQUILA. La Corte d'Appello dell'Aquila ha assolto per non aver commesso il fatto dai reati di truffa e falso il presidente della giunta regionale, Luciano D'Alfonso, nell'ambito del processo Mare-Monti che si è svolto oggi all'Aquila. Il presidente D'Alfonso il 17 aprile dello scorso anno aveva rinunciato alla prescrizione. Insieme a D'Alfonso è stato assolto con la stessa formula l'imprenditore pescarese Carlo Toto, patron dell'omonimo gruppo industriale. La Corte d'Appello ha confermato, a parziale riforma della sentenza di primo grado, la prescrizione per gli altri due imprenditori, Paolo e Alfonso Toto, rispettivamente figlio e nipote di Carlo . Questi ultimi due sono stati condannati alle spese processuali. Il processo ha preso in esame la mancata realizzazione della Strada Statale 81 nell'area Vestina, la cosiddetta Mare-Monti, e la perizia di variante approvata dalla Provincia di Pescara, dal 1995 al 1999 presieduta da D'Alfonso accusato di falso e truffa perché avrebbe avrebbe favorito i Toto permettendo loro di realizzare la strada, senza le necessarie autorizzazioni, all'interno della riserva naturale del lago di Penne (Pescara). In mattinata, anche la procura generale aveva chiesto l'assoluzione per il governatore-senatore.