Per il quarto anno consecutivo, 'Reale' di Castel di Sangro (L'Aquila) si conferma tra i primi venti ristoranti al mondo secondo la prestigiosa classifica 'The World's 50 Best Restaurant'. Nella nuova edizione 2025, annunciata all'Auditorium del Lingotto di Torino, il ristorante abruzzese guidato da Niko Romito guadagna una posizione rispetto allo scorso anno, passando dal 19/o al 18/o posto. Una cucina minimalista, essenziale, ma solo all'apparenza, quella dello chef tre stelle Michelin, che nel cuore di un ex monastero del XVI secolo porta avanti una ricerca meticolosa su ingredienti e tecniche. "Ogni elemento è studiato nelle sue più profonde sfumature, alla ricerca del massimo potenziale", spiegano i curatori della classifica. Piatti apparentemente semplici si trasformano in esperienze sensoriali sorprendenti per profondità e precisione. Da non sottovalutare nemmeno il pane: frutto di anni di studio sulla fermentazione, sugli impasti e sulle farine antiche come la Saragolla, è diventato parte integrante della proposta di Reale, servito come portata a sé stante. Tra i piatti simbolo della sua filosofia spiccano l'agnello con latte di pecora e salsa alla cannella, ma anche una foglia di broccolo servita con salsa all'anice - sintesi perfetta della visione minimalista e scientifica di Romito.

"È un orgoglio del territorio poiché la sua cultura culinaria si fa messaggio e diventa anche una vetrina per la promozione della nostra terra". Sono le parole con cui il sindaco di Castel di Sangro (L'Aquila) e presidente della Provincia dell'Aquila, Angelo Caruso, commenta entusiasta la "scalata" dello chef Niko Romito. I piatti dello chef tre stelle Michelin continuano a conquistare lodi, tanto da passare dal 19° posto dello scorso anno al 18° tra i 50 ristoranti migliori al mondo. "Una solida cultura alimentare e saper mangiare in maniera sana rappresentano aspetti imprescindibili nel mondo di oggi. Sono possibilità che devono essere messe al servizio di tutti e Niko Romito incarna questi valori alla perfezione. Ancora una volta lo chef stellato si è fatto portatore di valori in cui la nostra comunità si identifica a trecentosessanta gradi", commenta Caruso