Pescara ricorda il secolo di Ennio Flaiano

Un film è un’opera d’arte che vive solo nel tempo Un’opera d’arte alta 3 centimetri e lunga 3 chilometri

«Ricordati che un film è un’opera d’arte che vive solo nella quarta dimensione, il tempo. Un’opera d’arte alta tre centimetri e lunga tre chilometri». Fulminante anche quando dava i suoi giudizi estetici Ennio Flaiano (Pescara, 5 marzo 1910 - Roma, 20 novembre 1972) viene ricordato oggi nella sua città. Ed è riuscito a dividerla.
Alle manifestazioni organizzate dal Comune (si veda l’altro articolo sotto) si affiancano quelle allestite da Edoardo Tiboni, amico personale di Flaiano (uno dei pochi che l’ha conosciuto) e che nel suo nome organizza dall’estate 1973 i premi internazionali che hanno portato tutto il mondo del cinema, del teatro, della tv e della letteratura a Pescara.

I campi in cui il geniale autore di «Tempo di uccidere» (primo vincitore del premio Strega, nel 1947, primo e unico suo romanzo) si è distinto. «Ma lui faceva tutte queste cose», ha confidato Edoardo Tiboni al Centro, «per vivere, per guadagnare, per il problema della figlia (gravemente malata e per anni ricoverata in Svizzera, ndr), ma se lui avesse potuto avrebbe fatto solo lo scrittore».
Ieri, al MediaMuseum, la presentazione delle iniziative dell’associazione culturale a lui intitolata con il presidente Tiboni, la vicepresidente Lucilla Sergiacomo e Nicoletta Trotta dell’università di Pavia.

Il geniale pescarese sarà ricordato con una mostra «Omaggio a Flaiano» allestita con i documenti conservati nel Fondo manoscritti dell’università pavese (di cui Trotta è responsabile); con un convegno «Nostalgia e attualità di Flaiano», con una rassegna di film e tante altre manifestazioni (si veda riquadro qui sotto).

La mostra sarà aperta oggi alle 17 e resterà allestita nei locali del MediaMuseum fino al 30 aprile. Una passeggiata tra le teche è una passeggiata nel tempo e nella letteratura, nel cinema e nel teatro del grande Flaiano. Si possono ammirare le fotografie, i disegni dell’autore o per l’autore, la prima stesura del romanzo «Tempo di uccidere» (da lui intitolato «Il coccodrillo» e poi cambiato su consiglio di Longanesi), le cartine dell’Etiopia (Flaiano fu ufficiale dell’esercito nella sciagurata spedizione nel centro Africa, e da quell’esperienza venne fuori il romanzo). E poi gli appunti su «Melampo», il film che non riuscì a fare ma del quale si espone una lettera di Catherine Deneuve, di rammarico per non aver potuto interpretarlo. E ancora i manoscritti originali del «Taccuino del marziano», alcuni autoritratti, il dattiloscritto del documentario per la Rai «Oceano Canada», le lettere agli amici.

Nelle altre sale del MediaMuseum (piazza Alessandrini ex tribunale) si trovano anche documenti biografici.
Per esempio una pagella dell’anno 1926/27 dell’Istituto tecnico commerciale per geometri e per il turismo Acerbo. Al terzo trimestre Flaiano ottenne, in italiano, solo uno striminzito 6 all’orale e addirittura un 5 allo scritto. E ancora la pagina del registro dell’anagrafe del Comune di Pescara dove «Flaiano Cetteo, di anni 50» dichiara che il figlio «Ennio, Vincenzo, Carlo, Antonino Flaiano» è nato «alle 7 e minuti 30 del dì SEI di marzo, nella casa posta in corso Manthoné».