"Sanità, così ridurremo la spesa per i farmaci"

"In Abruzzo si consumano pochi farmaci generici a favore di quelli prodotti dalle multinazionali. Dobbiamo cambiare questa abitudine". Queste le parole del presidente della Regione Gianni Chiodi in merito al taglio della spesa farmaceutica che, mercoledì, sarà presentato al governo. Tra le altre misure previste per il miglioramento del servizio sanitario via libera al blocco delle assunzioni e alla razionalizzazione della rete ospedaliera

L’AQUILA. «In Abruzzo, rispetto alle altre Regioni italiane, si consumano pochi farmaci generici a favore di quelli prodotti dalle multinazionali che hanno costi maggiori. I farmaci generici hanno lo stesso effetto e costano meno perché il brevetto è scaduto e quindi li possono produrre tutti a costi minori. Dobbiamo avviare azioni di sensibilizzazione verso i medici di medicina generale e sui cittadini per cambiare questa abitudine. In particolare, sui medici ci saranno controlli informatici in collaborazione della Guardia di finanza, per portare la spesa farmaceutica entro i limiti».

Le parole del presidente della giunta e commissario per la Sanità, Gianni Chiodi, fanno capire chiaramente che la Regione Abruzzo considera il taglio della spesa farmaceutica come uno dei punti più importanti del piano operativo che verrà presentato al vaglio del governo nazionale il 19 maggio per il via libera. Ed è facile immaginare un giro di vite sulla categoria visto che il commissario per la sanità, tra l’altro, nella conferenza stampa di venerdì scorso ha ipotizzato anche la pubblicazione dei medici di base cosiddetti «altospendenti».

D’altra parte, è di 8,1 milioni di euro il risparmio previsto per questa voce nel piano operativo, il 10 per cento degli 80 milioni di euro che la Regione deve recuperare per arrivare all’equilibrio del sistema, il che significa gestire la sanità con il fondo nazionale assegnato annualmente dal governo. L’azione di Chiodi è molto determinata perché non si vuole vanificare il lavoro che ha portato l’Abruzzo, unica tra le cinque «regioni canaglia» (Lazio, Campania, Molise e Calabria), a chiudere i conti con il piano di rientro e quindi a non dover subire un nuovo catastrofico aumento di Ipap ed Irpef, già al massimo.

Le altre misure che, secondo Chiodi, porteranno entro il 2011 al pareggio di bilancio, al miglioramento del servizio sanitario e all’abbassamento della pressione fiscale, sono il blocco delle assunzioni con il recupero di 3,9 milioni di euro e la razionalizzazione della rete ospedaliera con la chiusura e la riconversione, soprattutto come ambulatori nei quali poter fare esami diagnostici, e come reparti di lungodegenza, di almeno tre dei sei ospedali ritenuti non produttivi: Tagliacozzo, Pescina, Casoli, Gissi, Guardiagrele e San Valentino.

Da questi ospedali il personale in eccesso sarà trasferito nelle strutture dove c’è carenza.
«La scommessa è di riuscire a coprire le spese con il fondo sanitario nazionale», ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, «con le nostre misure si arriva al pareggio di bilancio e al miglioramento del servizio. L’importante è spostare le attività dove servono non dove non servono, facendo fare ad ognuno il proprio compito».
«Non sarà facile, ma continuando sulla politica di rigore ce la faremo, ha aggiunto l’assessore che ha concluso ribadendo che l’effetto virtuoso nel deficit della sanità non è stato attivato da due leggi, una bloccata dal Tar l’altra non attuata, del precedente governo di centrosinistra.



© RIPRODUZIONE RISERVATA