Lavoro in Sevel

TORINO

Parte la trattativa sul contratto Stellantis, interessa 6mila lavoratori della Sevel in Abruzzo

I sindacati chiedono 153 euro medi mensili nel 2023, con altre due tranche nel 2024 e nel 2025. C'è il nodo Fiom

TORINO. È partita la trattativa con Stellantis, Cnh Industrial, Iveco Group e Ferrari per il contratto specifico di primo livello, nato nel 2010 come contratto Fiat e, dopo quattro rinnovi, in scadenza a dicembre. Interessa più di 70mila lavoratori, 6mila dei quali della Sevel, la più grande fabbrica in Abruzzo dove si produce il furgone modello Ducato. È il primo contratto dell'era Stellantis e il primo dopo la separazione di Iveco e Cnh.

Gli incontri all'Unione Industriali di Torino sono stati due: il primo con Fim, Uillm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri; il secondo con la Fiom che non ha mai riconosciuto il contratto specifico di primo livello e non ha intenzione «di firmarlo ex post», ma ha presentato le sue piattaforme e vuole «una trattativa vera».

I sindacati firmatari chiedono 153 euro medi mensili nel 2023, con altre due tranche nel 2024 e nel 2025, collegate all'aumento previsto dell'inflazione, per un totale di 290 euro. «È prioritario difendere i salari dall'inflazione», hanno spiegato. La volontà è di chiudere in fretta e, per questo è stato messo a punto un fitto calendario di incontri dal 15 novembre fino al 13 dicembre. «Abbiamo apprezzato l'atteggiamento delle aziende volto a confermare lo strumento del contratto specifico di lavoro, ma soprattutto a rinnovarlo con un atteggiamento di dialogo che non si nasconde dietro le difficoltà della congiuntura del mercato dell'auto e della situazione economica» commentano il segretario generale della Fim Roberto Benaglia e il segretario nazionale Ferdinando Uliano.

«Le Direzioni aziendali hanno sottolineato la difficoltà del momento e la necessità di contenere i costi. Il calendario serrato di incontri ci fa sperare nella possibilità di rinnovare quelle relazioni partecipative che hanno rappresentato l'aspetto migliore del ccsl», sottolineano Il numero uno della Uilm Rocco Palombella e il responsabile auto Gianluca Ficco.

«Riteniamo che il ccsl sia lo strumento ottimale per la tutela dei diritti salariali e occupazionali, opinione condivisa anche dalle aziende. Proseguiremo la trattativa chiedendo che i punti della piattaforma siano tutti accettati, per aiutare i lavoratori a far fronte nel miglior modo possibile alle criticità di questo periodo», afferma Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic Confsal.

Nel secondo incontro è toccato alla Fiom presentare le sue piattaforme che sono tre diverse perché «si tratta di aziende diverse». Le richieste economiche sono simili a quelle degli altri sindacati, ma c'è una mensilità extra in più. «Noi siamo qui per fare l'accordo, chiediamo un contratto nuovo, ma per poter fare un contratto ci vuole una trattativa vera», ha detto il segretario generale Michele De Palma prima dell'incontro. Non si sa ancora se questa trattativa ci sarà. «Entro la prossima settimana valuteremo se ci sono le condizioni. In assenza di aperture, la Fiom deciderà quali tipo di azioni mettere in campo in accordo con le lavoratrici e i lavoratori di tutti i siti produttivi in Italia» affermano De Palma e il coordinatore auto Simone Marinelli. (ansa).