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14 DICEMBRE

Oggi, ma nel 1935, nel Tembiem e nello Scirè, in Etiopia, iniziava l’offensiva detta “di Natale” da parte delle truppe etiopi di Ras Immirù Hailè Selassie -che era il cugino di Tafari Maconnen, ultimo imperatore d’Etiopia, dal 2 novembre 1930 al 12 settembre 1974, non ininterrottamente- contro le forze italiane agli ordini del generale Pietro Badoglio.

Porterà alla riconquista etiope dello Scirè e di parte del Tembiem, ma di fatto non cambierà il corso degli eventi, data la schiacciante superiorità della rappresentanza militare del Belpaese. Ed anche l’utilizzo delle armi non convenzionali. Rientrava nel contesto della guerra d’Etiopia, che verrà ritenuta dagli storici la più grande mobilitazione coloniale in assoluto, combattuta dal 3 ottobre precedente al 5 maggio 1936, che si chiuderà con il trionfo italiano e l’annessione dell’Etiopia al regno d’Italia con la conseguente creazione dell’Africa orientale italiana.

Nello scontro del 14 dicembre 1935, l’ultima formazione a ritirarsi, su ordine di Badoglio, dal passo di Af Gagà sino al campo trincerato di Axum, lasciando di fatto lo Scirè libero agli etiopi, era la divisione numero 24 di fanteria “Gran Sasso” del regio esercito italiano. Che era di stanza a Chieti, a far data dal termine del primo conflitto mondiale, che era guidata dal maggior generale Pietro Maravigna, aiutante di campo di Badoglio.

La divisione “Gran Sasso”, tra il 29 febbraio e il 3 marzo 1936, prenderà parte anche all’iconica battaglia dello Scirè. Quella che si chiuderà con la roboante vittoria italica (nella foto, particolare i fanti della divisione Gran Sasso, in divisa coloniale, allo sbarco in Patria, nel porto di Napoli, dal quale erano salpati, mentre venivano passati in rassegna dal principe di Piemonte Umberto di Savoia, in una immagine tratta dal filmato del servizio del cinegiornale dell’Istituto Luce di Roma del 5 agosto 1936) della propaganda mussoliniana, con mille morti nello schieramento italiano e 8mila, complessivamente, in quello etiope. Incluse le 4mila vittime dell’attacco aereo, mediante l’impiego delle controverse bombe all’iprite, della valle del fiume Tecazzè.

Non a caso a Chieti, in via degli Agostiniani 52, sul muro di quello che era il piazzale della caserma intitolata alla memoria del generale Adelchi Pierantoni -teatino del 1840 in forza all’esercito piemontese- situata nel quartiere Santa Maria, che poi diverrà sede del Distretto militare, verrà apposta la lastra commemorativa in pietra con incisa l’iscrizione “Piazzale dello Scirè”.