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24 febbraio

Oggi, ma nel 1958, all’Havana, sull’isola di Cuba, veniva rilasciato il campione di Formula 1 Juan Manuel Fangio, argentino di genitori abruzzesi, rapito, il giorno precedente, nell’hotel Lincoln, dalla banda capeggiata da Arnol Rodriguez, del Movimento guerrigliero 26 luglio. Erano giovani rivoluzionari, fedeli a Fidel Castro, antagonisti al regime al comando, quello filo-americano di Fulgencio Batista, instaurato il 10 marzo 1952 e che durerà fino all’1 gennaio 1959. Il sequestro, tecnicamente messo a segno grazie alle armi puntate contro l’asso delle quattro ruote, era stato realizzato da Manolo Uziel e da Manuel Munez.

Il gesto estremo aveva lo scopo di richiamare l’attenzione internazionale sulla situazione di presunta corruzione dei vertici governativi presenti sull’isola, impedendo al pilota automobilistico più famoso del globo (nella foto, particolare, subito dopo essere stato rimesso in libertà, mentre spiegava l’accaduto ad un cronista), di prendere parte alla seconda edizione del gran premio organizzato da Batista per dare lustro internazionale alla sua azione politica. Fangio era stato cinque volte iridato, nel 1951, nel 1954, nel 1955, nel 1956 e nel 1957, era in forza alla scuderia lanciata da Alfieri Maserati dalla stagione agonistica precedente, e non era entusiasta di sfrecciare sul tracciato cubano nella prova valida per il campionato mondiale.

La gara veniva sospesa e poi annullata dopo 30 chilometri per l’incidente occorso al beniamino locale Armando Cifuentes, su Ferrari 500 Testa rossa, che causava 7 morti e 40 feriti tra i 150mila spettatori assiepati. A vincere era comunque Stirling Moss, su Ferrari 335 sport. Fangio non riusciva a correre sul circuito costiero del Malecon, al volante della sua Maserati 300 S, e quella sua forzata sosta, costretto a vedere la competizione in televisione, tenuto d’occhio dagli aguzzini, lo salvava dal potenziale coinvolgimento nello scontro causato dal rappresentante della scuderia cubana.

Sarà lo stesso fuoriclasse a rivelarlo ai giornalisti. Anche per il trauma patito quel 23 e 24 febbraio 1958 si ritirerà dall’agonismo al termine del calendario di sfide già programmato. Il 21 settembre 1981 Fangio tornerà in visita a Cuba e incontrerà Castro e i suoi ex carcerieri, soprannominati “barbudos”.