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3 Marzo

Oggi, ma nel 1970, a Roma, in seno alla presidenza del consiglio dei ministri, dopo il passaggio tra Camera e Senato, veniva ufficializzata la costituzione della Provincia di Isernia da parte del democristiano Aldo Moro (nella foto, insieme al sindaco di Isernia Enrico Santoro, dc, in carica dal 12 febbraio 1965). Sorta in quello che storicamente era considerato il remoto Alto Sannio, era la amministrazione provinciale meno popolosa d'Italia, composta da 52 Comuni, prevalentemente da meno di mille abitanti ciascuno, era nata per smembramento dalla Provincia di Campobasso, formatasi il 27 settembre 1806 e confinante con le Province di Chieti, Foggia, Benevento, Caserta, Isernia appunto, dopo un tortuoso iter burocratico. La nuova Provincia di Isernia, invece, confinava con le Province dell'Aquila, Chieti, Campobasso, Caserta e Frosinone. Lo stemma della Provincia di Isernia era stato composto unendo i vessilli delle amministrazioni municipali di Isernia, Venafro, Agnone, Frosolone. Nella fase precedente la istituzione non mancarono le polemiche, soprattutto perché gli abitanti di Venafro, ma non erano stati i soli a far sentire le loro rimostranze, preferivano essere annessi alla Provincia di Caserta, in Campania. Il Molise, già entità connotata da scarsità di residenti, risorse economiche, infrastrutture e soprattutto da un trascorso non del tutto felice di coabitazione forzata con l'Abruzzo o meglio con gli Abruzzi, era l'unico caso nazionale di Regione a statuto ordinario composta da una sola Provincia e la coincidenza tra entità amministrativa regionale e territorio creava problemi di gestione. Primo presidente della neonata Provincia di Isernia sarà, dal 30 luglio 1970 e per cinque anni esatti, l'esponente della Democrazia cristiana Giuseppe Vitagliano.

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