7 Dicembre

Oggi, ma nel 1985, in località Monte Albo di Lula, in provincia di Nuoro, la Superanonima sequestri gallurese liberava Luigi Devoto, detto Gigino, contitolare di una impresa di torrefazione del caffè, rapito in piazza Vittorio Emanuele II a Nuoro, il 18 maggio precedente, mentre era nella bottega di barbiere di Salvatore Raggio. L'ostaggio, dopo 203 giorni di prigionia (nella foto, la notizia sulla prima pagina del quotidiano L'Unione sarda dell'8 dicembre 1985), era dimagrito di 13 chilogrammi, per il rilascio erano stati versati 800 milioni di lire come prima di due rate, concordate attraverso la trattativa con i carcerieri condotta con la mediazione del prete don Salvatore Floris. La seconda tornata del pagamento sarebbe dovuta essere di un miliardo e 200 milioni, da corrispondere entro sei mesi dal ritorno a casa. Ma la cifra non verrà saldata e per questo, dopo la scarenza del termine, i malviventi faranno saltare in aria l'abitazione di Devoto, in piazza Italia, attigua agli uffici della sua società. L'esplosione causerà danni pari a 600 milioni. La bomba, inoltre, provocherà danneggiamenti anche ai palazzi dell'amministrazione municipale e di quella provinciale, distanti 200 metri dalla dimora di Devoto. Responsabile del sequestro era la banda capeggiata dal latitante Annino Mele, di Mamoiada, classe 1951, ricercato dalle forze dell'ordine dal 1982, che verrà catturato, nel gennaio 1987, proprio nella sua cittadina natale. Verrà condannato a 22 anni di carcere per il rapimento di Devoto e, dovendo scontare anche pene per altri reati, trascorrerà 31 anni in cella, fino al 22 aprile 2018, quando potrà iniziare a beneficiare della libertà condizionale. Con Mele avevano partecipato al rapimento di Devoto anche Annino Mariane, ugualmente di Mamoiada, del 1962, che verrà condannato a 20 anni, e Giovanni Antonio Calia, di Lula, che verrà condannato a 18 anni, che il 16 ottobre 2016, sempre a Lula, verrà ucciso a colpi di fucile, a 63 anni, per un regolamento di conti tra banditi.

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