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8 Ottobre

Oggi, ma nel 1978, ad Udine, allo stadio Friuli, l'Udinese calcio, squadra allenata da Massimo Giacomini, scendeva in campo, contro il Foggia, del commissario tecnico Sidney Colônia Cunha, detto Chinesinho, nella terza giornata del girone di andata del campionato nazionale di serie B, con lo sponsor Sanson gelati impresso sui pantaloncini (nella foto, a sinistra, il centrocampista delle zebre furlane Luigi "Gigi" Delneri, con i baffi e i calzoncini "griffati", accanto al presidente della società sportiva ed imprenditore Teofilo Sanson, a destra). Era la trovata del patron della compagine friulana, nonché titolare della industria dolciaria con sede a Colognola ai colli, nel veronese, per reclamizzare coni e coppette col suo cognome, nati inizialmente, nel 1948, a Torino, artigianalmente, in un modesto chiosco e poi, dal 1968, prodotti a livello industriale. Originario di Scomigo, frazione di Conegliano, in provincia di Treviso, classe 1927, Teofilo Sanson varava così la sponsorizzazione nel mondo del pallone tricolore, sfruttando con un cavillo le pieghe del regolamento delle divise da gioco, che normava solo le maglie. Ovviamente l'iniziativa verrà multata, 10 milioni di lire, dalla federazione nazionale gioco calcio che chiederà anche la rimozione della scritta incriminata. La cosa susciterà gran clamore mediatico, e la controversa interpretazione delle disposizioni federali porterà il giudice sportivo a considerare il termine "maglie" come sinonimo di indumenti da gioco, facendo quindi ricadere anche i pantaloncini promozionali sotto l'egida del regolamento. Ma la Sanson otterrà ugualmente notevole visibilità dalla breve esposizione del suo marchio e un'impennata aumento delle vendite. La questione, per quanto spinosa, apriva comunque la via a quella che diverrà consuetudine, estesa persino alle tenute degli azzurri della nazionale. Che avverrà con le due lettere simbolo dell'azienda petrolifera IP, Italiana petroli, nel 1987. Il 23 marzo 1980 la Figc aprirà ufficialmente la possibilità di imporre scritte e loghi commerciali sulle casacche, ma inizialmente solo per il campionato della massima serie, la A. L'incontro dell'8 ottobre 1978 terminava 2-0, con marcature di Ciro Bilardi, su rigore, al sedicesimo minuto di gioco, e Carlo De Bernardi, al cinquantatreesimo, davanti al direttore di gara Piero Patrussi, della sezione arbitrale di Arezzo.

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