La guerra delle donne col nemico in casa

Ci sono donne che combattono ogni giorno una guerra col nemico in casa. In mano hanno solo un'arma, il silenzio. Almeno così credono.

 

I loro uomini, padri mariti fidanzati, sono il nemico. Quando dico che le donne sono in guerra in molti luoghi del mondo (Occidente compreso), spesso mi tacciano di essere femminista. Ma non lo sono, ve lo assicuro. Sono dalla parte di tutte le minoranze, e la donna è una minoranza.

 

Mesi fa ho scritto un articolo su quante donne arrivassero con il volto a pezzi all'ospedale di Pescara: 133 in un paio di anni. Una sfilata di fratture maxillo-facciali ricomposte con perizia dal chirurgo per cercare di ricreare un viso gradevole dietro cui continuare a nascondere la verità. Nella speranza che la prossima volta, calci e pugni facciano meno danni.

Ieri, sempre l'ospedale pescarese, ha diffuso i dati sulle donne picchiate e abusate che vengono soccorse al pronto soccorso: una al giorno negli ultimi cinque mesi. 144 tra madri e bambine, giovani e mature.

 

Qualcuna denuncia, le altre sperano di svegliarsi una mattina in una casa serena. Sperano che il loro aguzzino smetta di prenderle a botte e umiliarle, sperano che "si arrabbi" di meno. Le posso capire, perché a volte si ha solo voglia di pace. E di silenzio. Di lasciarsi andare, accada quel che deve accadere.

 

E proprio quando loro stanno zitte tocca a noi parlare. Quando queste donne si arrendono alla stanchezza siamo noi a dover combattere la loro guerra. Viviamo in un mondo in cui i bianchi difendono i bianchi, i neri i neri, gli omosessuali gli omosessuali, forse è arrivato il momento in cui le donne inizino a difendere le donne.