Addio a Mauro con il rombo delle moto 

Folla e palloncini ai funerali dell’operaio Sevel di 40 anni. Il saluto della compagna: «Sei stato un padre straordinario»

LANCIANO. «Hai amato i tuoi figli più della tua vita, parlerò a loro ogni giorno di te raccontando dell’uomo straordinario che eri. Corri tra le stelle con le tue due ruote, buon viaggio amore». Le dolci parole della compagna Antonella e l’omaggio degli amici motociclisti per l’ultimo saluto a Mauro Picca, il papà quarantenne morto sabato scorso nello schianto tra la sua moto e un pick up.
Le Harley Davidson attendono l’arrivo del feretro dall’ospedale di Chieti e poi guidano il corteo funebre fino alla chiesa del Sacro Cuore, nel quartiere Olmo di Riccio dove Mauro è cresciuto. Si dispongono ai lati del sagrato, su due file, per rendere omaggio all’amico volato via troppo presto. Al centro, listata a lutto, c’è anche la moto di Mauro. Il casco nero invece è appoggiato sulla bara di legno chiaro, ricoperta di rose bianche. C’è gran parte del quartiere a salutare l’operaio Sevel, papà di due bimbi piccoli, e a stringersi attorno al dolore dei suoi cari. Seduta su una sedia, mamma Emilia non si stacca dal feretro e accarezza la foto del figlio.
«La morte di Mauro ha sconvolto tutta la comunità», dice don Jean, «nessuno può colmare il vuoto che ha lasciato nella vita che condivideva con la sua famiglia, solo Gesù. Noi possiamo solo esprimere umana e sentita vicinanza e pregare. In questo momento abbiamo il dovere di renderci conto che la nostra vita, seppur bella e preziosa, è anche precaria. Il Vangelo ci invita a vegliare sempre, perché nessuno sa il giorno e l’ora della partenza, e a fare della nostra vita un’opera d’amore». La chiesa è piena e saltano le distanze richieste dalla pandemia, anche se tutti indossano la mascherina.
«Non avrei mai pensato di ritrovarmi a vivere a metà», sono le parole di Antonella lette dalla sorella di Mauro, Francesca, «perché con te se n’è andata anche una parte di me. Sei stato il compagno di vita migliore che potessi avere. Mi hai regalato la gioia più grande, essere mamma». E il pensiero va a Gioele, 4 anni, e Giorgia, nata meno di due anni fa, che dovranno crescere senza il papà. «La luce che avevi negli occhi quando sei diventato papà la porterò sempre con me», continua Antonella, «sei stato un padre meraviglioso, hai amato i tuoi figli più della tua vita. Li ha visti nascere quaggiù e li vedrai crescere e diventare uomo e donna da lassù. Spero di essere all’altezza e che tu possa essere fiero del lavoro che, ti prometto, cercherò di fare nel migliore dei modi».
Mauro è stato anche un amico prezioso. «Sempre disponibile con tutti, pronto a dispensare consigli e a regalare sorrisi», ricorda Antonella, «avevi sempre la battuta pronta, un uomo tutto fare, ingegnoso e pieno di risorse, sei stato il nostro “MacGyver”. Grazie per averci insegnato il valore dell’amicizia, della famiglia e dell’amore. Come spesso purtroppo accade, anche ai grandi, sei stato portato via dalla tua passione. Spero tu correrai sulle tue due ruote tra le stelle. E da una stella veglierai su di noi e sarai la luce che brillerà di più tutte le volte che alzeremo gli occhi al cielo. Non ti dimenticheremo mai». Il feretro esce sul sagrato tra gli applausi e il volo dei palloncini. Una quarantina tra Harley Davidson e altre motociclette “sgasano” per salutare Mauro, poi lo accompagnano nel suo ultimo viaggio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA