Appalti e camorra, arrestata anche la Campanelli

Ex direttrice del museo della Civitella accusata di concorso in turbativa d'asta nella maxi retata con 69 misure cautelari. Dallo Stellario alla sovrintendenza in Campania

CHIETI. Concorso in turbativa d'asta e atti contrari ai doveri d'ufficio: è questo il reato che il Gip del tribunale di Napoli ha contestato ad Adele Campanelli, ex direttrice e ideatrice del parco archeologico de La Civitella e oggi soprintendente archeologico della Campania e dell'area flegrea. Anche lei ieri è finita agli arresti domiciliari, dopo la maxi operazione denominata Queen a conclusione delle indagini del Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Napoli, diretto dal colonnello Giovanni Salerno, e condotte da un pool di magistrati della Dda. Il bilancio totale è di sessantanove misure cautelari, di cui 30 ordinanze in carcere, 36 agli arresti domiciliari, due di interdizione dai pubblici uffici e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

APPALTI E CAMORRA. Sono rimasti coinvolti esponenti politici, amministratori locali campani, come sindaci e assessori, imprenditori, docenti universitari, presidenti di ordini professionali. Un'operazione simile alle numerose altre scaturite negli ultimi anni dalle indagini sulle attività del clan dei Casalesi e che è approdata ieri all'operazione della Guardia di Finanza, in una vasta area tra le province di Napoli e di Caserta. Un'inchiesta che ha svelato l'ennesimo sistema illecito, basato su irregolarità e mazzette, nell'assegnazione degli appalti, tendente a favorire determinate imprese. Corruzione, turbativa d'asta, reati aggravati talvolta dall’agevolazione delle fazioni Zagaria e Russo-Schiavone della cosca dei Casalesi e concorso esterno. Tra i destinatari dei provvedimenti eseguiti nell'ambito della «operazione Queen» - che prende il nome dal principale indagato, titolare di uno studio di ingegneria, Guglielmo La Regina - il consigliere regionale della Campania ed ex assessore al Turismo Pasquale Sommese (Ncd), il sindaco di Aversa (Caserta) Enrico De Cristofaro, coinvolto nella sua qualità di ex presidente dell'Ordine degli architetti, l' ex sindaco di Pompei Claudio D' Alessio e l'ex primo cittadino di San Giorgio a Cremano, Domenico Giorgiano, vertici dell'epoca della Mostra d'Oltremare di Napoli, il direttore Paolo Stabile e il presidente Andrea Rea, la Campanelli, il presidente della Fondazione Banco di Napoli, il professor Daniele Marrama. Sono poi diciotto le gare d'appalto finite nel mirino degli inquirenti per un valore di 20 milioni di euro, 13 i reati di corruzione e 15 i casi di turbativa d'asta. Tra gli appalti al centro dell'indagine la realizzazione del nuovo museo archeologico dell'area flegrea napoletana nei padiglioni 7 e 8 della Mostra d'Oltremare a Napoli, il restauro di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, l'impianto di cremazione al cimitero di Pompei. «Il motore di questo vero e proprio sistema corruttivo è il professionista napoletano La Regina» per gli inquirenti era «il facilitatore» di tutti gli appalti, dalla loro ideazione fino all'esecuzione e al pagamento delle tangenti, avendo una fitta rete di contatti con gli enti pubblici e i professionisti che componevano le commissioni di gara. «La Regina», ha spiegato il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, «sceglieva di farsi pagare in modo intelligente, pulito, per le sue competenze di progettista. Ma il suo ruolo era centrale: da un lato si dava da fare per ottenere i finanziamenti e stabilire il prezzo della corruzione, ed era ancora lui che si preoccupava di individuare i vincitori delle gare che si assicurava grazie ai suoi rapporti con professionisti e docenti universitari inseriti nelle commissioni aggiudicatrici». Per il gip del tribunale di Napoli Federica Colucci, che ha firmato l'ordinanza di oltre 1500 pagine, le gare illecite scoperte sono solo «la punta dell'iceberg».

LEI SAPEVA. Alla Campanelli Il gip contesta il reato di concorso in turbativa d'asta con La Regina e con i due beneficiari dei favori. «La Campanelli», scrive il giudice che ha firmato l'ordinanza, «sapeva che La Regina era a conoscenza degli atti progettuali, prima che il progetto fosse bandito, perché era di fatto coinvolto nella progettazione». Per questa ragione, dice il giudice, quando gli indica la società e l'architetto che dovevano partecipare all'appalto «è consapevole di indicare nominativi per la partecipazione ad una gara alterata in radice». Pertanto, «alla luce di tali argomentazioni non si può dubitare che sussiste nei confronti della Campanelli un grave quadro indiziario anche del reato di turbativa d'asta». L'accusa, infatti, sostiene che il parere per la realizzazione del progetto da parte della Sovrintendenza sia stato «emesso in violazione dei doveri di imparzialità della pubblica amministrazione». A tal riguardo è stata sentita anche Loredana Di Giovanna, nell'interrogatorio del 20 ottobre del 2016. Lei è ritenuta dai Pm e dal gip il collettore delle tangenti ed è a conoscenza di tutti i retroscena.

UNA BOLLA DI SAPONE. La pensa così sulla vicenda giudiziaria che ha colpito la Campanelli l'ex compagno della donna, l'architetto Claudio Finarelli, che la affiancò da responsabile tecnico al parco archeologico de La Civitella. Fu con la soprintendente, all'epoca anche responsabile dell'archeologia cittadina, che partì il progetto dello Stellario nei primi anni 2000, che furono restaurati tutti i principali monumenti cittadini, che il parco archeologico si ripropose come centro culturale d'avanguardia: «Per la conoscenza che ho di Adele sono sicurissimo che tutto ciò per lei si risolverà in una bolla di sapone» dice Finarelli.

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