Approfitta di un anziano malato e gli prosciuga il conto corrente

La donna si occupava dei cani della vittima: si è fatta comprare automobile, tv, cellulari e tablet «Voleva incontrarlo anche in zona rossa e nonostante il pensionato fosse in attesa del tampone»

CHIETI. Si è fatta comprare di tutto: cellulari, televisori, tablet, persino un’auto. Poi, non contenta di avergli portato via quasi 20mila euro prosciugandogli il conto corrente, lo ha pressato anche in piena emergenza Covid, sollecitandolo a violare la zona rossa nonostante lui fosse in attesa del tampone. Una dog sitter pescarese di 49 anni è finita nei guai con l’accusa di circonvenzione di incapace: la vittima è un anziano teatino che soffre di malattie neuro-cognitive. Nei confronti della donna, dopo le indagini dei carabinieri della stazione di Chieti Scalo, il giudice Andrea Di Berardino ha disposto il divieto di avvicinamento al pensionato. L’indagata non potrà più contattarlo neppure via telefono: se dovesse violare il provvedimento, rischierebbe l’arresto e una condanna fino a tre anni di carcere. La misura cautelare si è resa necessaria perché, come sottolineato dallo stesso giudice, lei era ossessionata dal suo piano criminale a tal punto da non sentire ragioni. Neppure le restrizioni dovute alla pandemia l’hanno spinta ad attenuare la morsa.
LE RICHIESTE La vittima e la moglie conoscono la donna perché si prende cura dei loro cani. I problemi cominciano quando lui resta vedovo, anche se i tre figli lo accudiscono amorevolmente e in ogni modo possibile. In un primo momento, a dire il vero, l’anziano allontana la dog sitter perché mostra una personalità piuttosto invadente. Ma quella frequentazione, all’insaputa dei figli, va avanti. Sfruttando le patologie dell’uomo, la donna si fa accreditare a più riprese, sulla sua carta di credito prepagata, più di 5mila euro. Poi, gli fa firmare finanziamenti per l’acquisto di due televisori, uno smartphone e un tablet del valore totale di 1.600 euro. Come se non bastasse, nel settembre del 2020, acquista un’autovettura da 12mila euro, intestandosi anche la polizza assicurativa. Ma l’anziano non viene mai in possesso dell’auto, che finisce nella disponibilità della 49enne.
LA MULTA I figli scoprono tutto casualmente, quando al padre arriva una multa per una macchina che non conoscono: l’obbligato in solido è il genitore, ma loro quell’autovettura non l’hanno mai vista. Nel momento in cui gli chiedono chiarimenti, l’anziano risponde in modo evasivo: sostiene che sicuramente si tratta di un errore e che farà annullare il verbale. Poco convinti di quella strana spiegazione, i figli fanno qualche verifica ed emerge come il padre abbia firmato il contratto di acquisto dell’auto, entrata subito in possesso della donna e consegnata da questa al fratello, responsabile dell’infrazione che ha fatto scattare la multa.
CONTO SVUOTATO I tre figli si convincono a parlare con il padre e ricostruiscono l’intera vicenda. L’anziano, a causa delle pressanti richieste di denaro della dog sitter, si trova in grave difficoltà economica: il suo conto corrente è stato totalmente prosciugato. A un certo punto la vittima dice chiaramente che rivuole l’auto indietro: l’indagata non solo si rifiuta, ma continua a prendere soldi. L’uomo risponde di non avere più nulla, eppure lei torna alla carica, pretendendo persino un incontro urgente per formalizzare il passaggio di proprietà della macchina in favore di un amico del fratello. I figli riescono a registrare quattro telefonate che evidenziano il comportamento ossessivo della donna. La dog sitter non si dà pace neppure quando l’anziano dice di non stare bene, che non può allontanarsi di casa senza un valido motivo perché c’è la zona rossa e che sta aspettando di essere sottoposto al tampone. Anche davanti a questo scenario, la 49enne continua a ripetere che è assolutamente necessario vedersi di persona per chiudere l’affare e che le servono altri soldi per pagare l’affitto.
LA DENUNCIA Il pensionato, in continuo stato di agitazione e sempre più preoccupato, non è ormai nelle condizioni di sopportare quelle pressioni. I figli, assistiti dall’avvocato Anna Lisa Bucci, presentano dunque una denuncia. Le indagini dei carabinieri del maggiore Massimo Capobianco e del luogotenente Roberto Verzulli scattano immediatamente e, nel giro di pochi giorni, arriva il provvedimento del giudice che dispone anche il sequestro preventivo dell’auto e della carta di credito dell’indagata.
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