Casapound col centrodestra, ballottaggio con polemica a Lanciano

Pupillo al centrodestra: "Noi orgogliosi di stare da soli". E D’Amico replica: "È una strumentalizzazione contro di me"

LANCIANO. «D’Amico ha la responsabilità di aver sdoganato Casapound e del fatto che, se il centrodestra dovesse vincere, si costituirebbe una novità assoluta in Italia: per la prima volta un consigliere di Casapound siederebbe tra i banchi della maggioranza in consiglio comunale nella città Medaglia d’oro al valor militare contro le atrocità del nazifascismo. C’è già un altro caso di un consigliere di Casapound, a Bolzano, ma riguarda l’opposizione». Così il sindaco uscente Mario Pupillo e candidato per la coalizione di centrosinistra e liste civiche, commenta l’apparentamento tra i suoi due avversari di centrodestra, Errico D’Amico e Tonia Paolucci che, a suo sostegno, ha voluto fortemente anche una lista targata Casapound.

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La trattativa. «Eravamo disposti a valutare il programma della Paolucci, proprio per non negare un confronto con una parte consistente dell’elettorato, quasi 5mila preferenze», commenta Pupillo, «si sarebbe potuto discutere su tutto, ma con un’unica pregiudiziale: allontanare Casapound. Crediamo in concetti come democrazia e libertà che non potevamo inquinare con la presenza di un movimento estremista. A questo punto siamo orgogliosi di andare da soli al ballottaggio e di aver scelto una strada che esclude l’alleanza con fascisti e xenofobi». La trattativa per un eventuale apparentamento tra Pupillo e la Paolucci, puntando sulla strada tracciata da quest’ultima che si era dichiarata in contrasto con gli esponenti locali e i partiti dell’attuale centrodestra, pareva percorribile. Proprio sulla scia di un rinnovamento, anche grazie alla preponderanza di liste civiche nelle due coalizioni, i sostenitori di Pupillo pensavano di far breccia nelle intenzioni della Paolucci. La candidata della lista civica “Libertà in azione” è stata quindi contattata a tutti i livelli politici e amministrativi, anche dalla Regione. Ma in tutti i passaggi, l’esclusione di Casapound era stata messa al primo posto. «In altri Paesi europei», specifica l’assessore regionale alla sanità, Silvio Paolucci, «non si è mai prestato il fianco a movimenti di estrema destra: guardiamo ad Austria, Germania, Inghiterra, Francia, dove, ad esempio, Chirac non si è alleato con Le Pen. In Austria i socialisti e i popolari si sono alleati con i Verdi pur di non assecondare gli estremismi».

La replica di D'Amico. «Rispetto e coerenza. Questo è Errico D’Amico», chiarisce in una nota il candidato. «Questo mi hanno sempre riconosciuto amici e avversari. Anzi, mi hanno rimproverato di essere troppo moderato ed equilibrato. Ed oggi a mio danno si sta montando un caso, una questione ideologica che mi lascia basito. All’inizio di una settimana decisiva per Lanciano», spiega D’Amico, «qualcuno ha cambiato idea sulla mia persona, perché ho fatto una scelta. La scelta di apparentamento con la coalizione che ha sostenuto la Paolucci, operazione prevista dalla legge, che è per me un’opportunità per cambiare Lanciano, per valorizzare il nostro progetto di rinnovamento. In qualità di presidente dell’Associazione culturale frentana», incalza il candidato sindaco, «sono tra i pochi a Lanciano a essersi speso da oltre un decennio per onorare i Martiri ottobrini e la Medaglia d’oro. L’ho fatto per profonda convinzione, per sincero rispetto della nostra gloriosa storia cittadina. Non credo che si possa diventare calcolatori e opportunisti in una notte. Mi farò garante, assieme alla Paolucci, del rispetto di quei valori che fanno parte della nostra formazione familiare, umana e politica».

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