Da dipendenti provinciali a volontari

Radoccia sprona il personale: fate come me, il sabato mattina tutti a sfalciare le banchine e a pulire le scuole

CHIETI. Sei un lavoratore o una lavoratrice della Provincia di Chieti? Bene. Organizzati così: se hai una falce, corri alla rimessa agricola più vicina a te e impossessati del primo attrezzo che trovi; se non ce l’hai vai pure a comprarla. Poi trova una strada o una scuola che sia di proprietà della Provincia, ossia dell’ente che ti paga lo stipendio nonostante i debiti per 13 milioni da coprire in dieci anni, e comincia a tagliare l’erba. A destra come a sinistra della carreggiata o nelle aree di pertinenza degli istituti superiori. Ma attenzione: l’intervento di sfalcio devi farlo solo di sabato mattina, fuori dall’orario di lavoro e come puro volontariato. Un momento, però, non affrettarti: intanto comunica la tua adesione all’iniziativa, poi ti sarà detto come organizzare il tutto. L’invito, su carta scritta, sicuramente sui generis, lo ha fatto ai dipendenti dell’ente di Palazzo Mammarella, soppresso di recente con legge dello Stato, niente di meno che il segretario generale, Angelo Radoccia. Il perché è racchiuso in un sillogismo: la Provincia è indebitata, dal debito non si esce, allora usciamo a pulire le strade della Provincia.

Ma c’è di più: il segretario la chiama una questione di speranza, che qui ha sì i simboli della falce che taglia e del martello come protesta quotidiana, assillante e giusta di automobilisti, insegnanti e studenti. Ma sia chiaro: i contrassegni dei partiti non c’entrano. C’entrano, invece, le lamentele «ben fondate» per la mancanza di manutenzione di strade e scuole. E allora che si fa? «Vi chiedo di dare la vostra disponibilità», sottolinea Radoccia, «garantendo io per primo la mia. Resta inteso che tali attività non saranno considerate prestazioni lavorative e non daranno luogo a riposo compensativo e/o straordinario. Sarà una mera attività di volontariato con finalità sociali». Ma perché? Ecco la risposta: «Per mostrare che al di là dei luoghi comuni, è fortissimo il nostro senso di appartenenza, il legame con questa istituzione che sentiamo nostra e per la quale siamo disposti a spendere tempo e fatica».

Fin qui l’appello del segretario. E che cosa ne pensa il presidente dell’ente, Enrico Di Giuseppantonio? «Apprezzo il gesto del segretario, che dà anche la sua disponibilità ad alleviare il problema che affligge il nostro ente: ossia la situazione debitoria. Ma al di là di volontariato», spiega Di Giuseppantonio, «resta il problema della Provincia che non ha più un centesimo. In fondo anche io do la disponibilità a fare il volontario: come presidente e insieme agli assessori non prendo nulla come indennità». La lettera, per conoscenza, il segretario l’ha inviata anche alla giunta. Chissà se pure i politici scenderanno in strada per lo sfalcio: la “speranza” di Radoccia per ora non conosce limiti.

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