Del Vecchio, false testimonianze

Due testi nei guai per le dichiarazioni rese in udienza: il giudice manda gli atti alla Procura
VASTO. Sono trascorsi tre mesi dalla condanna di Marco Del Vecchio, 38 anni, a venti anni di reclusione per il duplice omicidio della madre Adele Tumini, 68 anni, e del padre, Emidio Del Vecchio, 72 anni. Lo scorso fine settimana sono state depositate le motivazioni della sentenza. Valutazioni che hanno soddisfatto la parte civile. «Siamo soddisfatti», conferma l’avvocato Gianni Menna. «Ora aspettiamo le valutazioni della Procura», dice il legale di Nicoletta Del Vecchio, la sorella di Marco e figlia delle vittime. La preziosa collaborazione di Nicoletta Del Vecchio per la risoluzione del giallo di via Anghella e la precisione della sua testimonianza sono rimarcate nell’elaborato depositato dal giudice. Non altrettanto precise sarebbero state altre due testimonianze al punto che gli atti sulle dichiarazioni dei due testi sono state consegnate alla Procura. L’ipotesi è falsa testimonianza. «Non smentisco ma vista la delicatezza della vicenda preferisco non commentare», afferma l’avvocato Menna.
Le motivazioni. Per il giudice Anna Rosa Capuozzo, Marco Del Vecchio uccise il padre e la madre ma gli andavano riconosciute molte attenuanti. Per questo la pena iniziale di 30 anni di reclusione in virtù delle attenuanti e del rito immediato è scesa a 20 anni. Il pm Enrica Medori aveva chiesto la condanna all’ergastolo con i primi tre anni da scontare in isolamento. La pubblica accusa una volta lette le motivazioni della sentenza è probabile che presenti appello. Lo stesso farà l’avvocato Raffaele Giacomucci soddisfatto, tuttavia, per aver fatto evitare al proprio assistito il carcere a vita.
Le date. I corpi senza vita di Emidio Del Vecchio, e della moglie Adele Tumini, furono scoperti la mattina del 18 novembre 2012. Poche ore dopo i carabinieri arrestarono Marco Del Vecchio. Passeggiava in stato confusionale sulla Loggia Amblingh. I due anziani sarebbero stati uccisi al culmine dell’ennesima discussione con il figlio, forse per un rifiuto. L’11 febbraio il giudice Capuozzo ha disposto un ulteriore approfondimento dell’istruttoria per fugare ogni dubbio. Il 25 febbraio c’è stato un nuovo sopralluogo nella casa del delitto, eseguite nuove analisi dei Ris. All’inizio di maggio è stata ordinata la perizia degli sms inviati da Del Vecchio alla sorella poche ore prima del delitto e subito dopo. «È stata Nicoletta Del Vecchio a scoprire i corpi senza vita dei genitori», ricorda l’avvocato Menna. La donna è stata ascoltata ancora pochi giorni prima della sentenza. Il suo contributo è stato importante; quello di altri due testimoni sarebbe stato dannoso. Marco Del Vecchio continua a dichiararsi innocente.
Paola Calvano
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