Gemellini morti in grembo ginecologo a processo

Per due volte il Gip respinge la richiesta di archiviazione disposta dalla Procura Scatta l’imputazione coatta: il medico è accusato di procurato aborto

LANCIANO. Dovrà rispondere in aula, il 6 giugno 2013, di procurato aborto G.S., ginecologo dell’ospedale Renzetti che nel 2009 seguì la gravidanza di A.M., di Fossacesia, che si interruppe alla 37ª settimana, sette giorni prima del parto, con la morte dei gemellini che portava in grembo per una trombosi al cordone ombelicale.

La notifica del rinvio a giudizio è arrivata in questi giorni al medico, ai genitori dei bambini e ai rispettivi legali, gli avvocati Sandro Desiderio e Michele Di Toro a un anno, quasi, dalla decisione del giudice per le indagini preliminari, Francesca Del Villano Aceto, di respingere la richiesta di archiviazione presentata dalla procura e dal legale del ginecologo e avanzare la richiesta di imputazione coatta. La Procura, cioè, entro pochi giorni, doveva formulare la richiesta di rinvio a giudizio del medico.

«La decisione del giudice è stata presa il 5 dicembre 2011», ricorda l’avvocato Di Toro «la richiesta di rinvio a giudizio per procurato aborto è arrivata solo ora, ma è arrivata. Al medico si imputa di aver avuto un comportamento negligente per non aver effettuato controlli preventivi, analisi mirate previste dai protocolli medici all’inizio di una gravidanza a rischio e per non averli effettuati durante le gestazione per rilevare sofferenze fetali. Controlli che se fatti avrebbero impedito la morte di almeno uno dei due feti, se non quella di entrambi».

Diverso, ovviamente, il giudizio dell’avvocato del ginecologo, Desiderio che ricorda che il Gip «ha respinto per due volte la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, nonostante la presenza di due super perizie che escludono ogni responsabilità del ginecologo che aveva in cura la donna. La Procura, ora, ha dato seguito alla richiesta di imputazione coatta, si è arrivati al rinvio a giudizio e a giugno andremo a processo».

Sono passati tre anni dalla morte dei gemellini. La tragica vicenda risale infatti al 6 novembre 2009 quando A.M., alla 37ª settimana di gestazione andò in ospedale per eseguire il tracciato che, però, non captò il battito dei cuoricini dei bambini. Il medico eseguì l’ecografia che confermò il decesso dei piccoli che pesavano 2 chili e 300 grammi ciascuno. Eppure due settimane prima della tragedia, la donna aveva chiesto di poter partorire perché non si sentiva bene, ma il ginecologo la rassicurò ripetendole che la gravidanza procedeva bene. I due cuoricini, invece, smisero di battere.

Teresa Di Rocco

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