Genitori uccisi, scatta la nuova perizia

Il pm che aveva chiesto l’ergastolo per il figlio Marco ora vuole altre verifiche nella casa degli orrori di via Anghella

VASTO. Omicidio dei coniugi Del Vecchio, punto e a capo. Riparte il 4 marzo la nuova fase di approfondimenti e integrazioni probatorie richiesti ieri mattina dal pubblico ministero, Enrica Medori, per accertare se fu Marco Del Vecchio a uccidere entrambi i genitori la sera del 17 novembre 2012 con centinaia di coltellate. Il 4 marzo è in programma il giuramento dei Ris; una settimana dopo sarà fatto un nuovo sopralluogo nella casa di via Anghella in cui Emidio Del Vecchio, 72 anni, e la moglie Adele Tumini, 68 anni, furono uccisi e nascosti sotto un letto. La decisione è stata letta dal giudice Anna Rosa Capuozzo alla difesa e alla parte civile poco dopo le 15 di ieri, dopo due ore di camera di consiglio. Nessuna reazione da parte dell’imputato, Marco Del Vecchio, 38 anni, che a dispetto di tutto continua a dichiararsi innocente.

La necessità di fare piena luce. Sono state alcune incongruenze emerse nel corso dell’udienza dell'11 febbraio a convincere la pubblica accusa a chiedere nuovi approfondimenti e nuove verifiche per fugare ogni dubbio. Le indagini genetiche dei reperti - in particolare un paio di scarpe Superga - saranno nuovamente affidate al Ris. Non solo. Il giudice ha disposto l’acquisizione dei tabulati telefonici di tutte le utenze cellulari dell’indagato e delle persone che contattò previa identificazione dei numeri, ma anche le utenze domestiche a casa delle vittime. Saranno controllati i numeri chiamati e quelli che chiamarono sia le vittime e sia l’imputato. Saranno acquisiti i fogli di servizio redatti dai carabinieri e verrà fatto un nuovo sopralluogo nella casa in cui i due anziani furono uccisi. Sarà poi approfondita la compatibilità delle chiavi trovate dopo l’arresto addosso all’indagato con la serratura della sua cameretta e con la porta d’ingresso. Disposte indagini genetiche e citati nuovi testimoni. Sarà infine acquisita idonea documentazione fotografica delle tracce ematiche presenti sulla giacca, sui jeans e sul maglioncino indossati dal figlio al momento dell’arresto. Il 4 marzo in aula verranno affidate le nuove perizie ai Ris. La settimana successiva, l’11, alle 10,30 gli investigatori torneranno nella casa di via Anghella.

La difesa. La richiesta del pm Medori che l’11 febbraio aveva chiesto per l’imputato la condanna all'ergastolo - nonostante il rito abbreviato- tre anni dei quali da scontare in isolamento, ha colto tutti di sorpresa. Il magistrato vuole fugare ogni dubbio. Il difensore di Marco Del Vecchio, l’avvocato Raffaele Giacomucci, avendo presentato richiesta del rito abbreviato, all’inizio si è opposto. «Vista l’esigenza palesata dalla pubblica accusa di integrare il materiale probatorio, ho chiesto a quel punto anche io delle integrazioni», dice l’avvocato Giacomucci. Le nuove perizie fugheranno ogni possibile dubbio. Attraverso le telefonate sarà ricostruita la serata di Marco Del Vecchio. Le chiavi che aveva addosso racconteranno se la porta dietro la quale si trovavano i cadaveri dei genitori fu chiusa da lui. L'avvocato Giacomucci appare sereno. Per il momento, però, preferisce non sbilanciarsi. «Che questo sia un processo delicatissimo è evidente. Altrettanto evidente è che la cautela e la prudenza in questa fase sono d’obbligo», dice la difesa.

L’imputato. Marco Del Vecchio, arrivato ieri dal carcere di Torino e già rassegnato ad ascoltare la sentenza, ha lasciato invece il palazzo di giustizia di via Bachelet con una nuova speranza. Lui dice di essere innocente anche se non ricorda dove si trovasse mentre i genitori venivano accoltellati. Saranno i tabulati telefonici e gli oggetti che i Ris dovranno esaminare a raccontare se la sera del duplice omicidio lui era nella casa di via Anghella.

Paola Calvano

©RIPRODUZIONE RISERVATA