Il primario ha 2 ruoli ma un solo stipendio Condannata la Asl Chieti-Lanciano-Vasto

Anestesista a Lanciano e Casoli, l’azienda gli dovrà versare la differenza salariale per l’incarico bis

LANCIANO. La Asl di Lanciano-Vasto- Chieti condannata dal giudice del lavoro di Chieti a pagare un primario che dirigeva due reparti uno a Lanciano e l’altro a Casoli. L’azienda sanitaria ha accorpato le unità operative di Anestesia e rianimazione degli ospedali di Lanciano e Casoli per contenere le spese. Le affida ad un unico primario al quale, poi, non corrisponde il dovuto compenso per la doppia direzione e viene pertanto condannata dal giudice a pagare la differenza salariale di 7500 euro.

Con la Delibera 751 del 26 ottobre 2006 firmata dall’allora direttore generale, le due specialità vengono accorpate in una sola unità operativa. Da aprile dell’anno successivo fino alla fine di agosto 2008, quindi per 16 mesi, la Asl affida al dottor Umberto Procaccini, già in servizio a Lanciano ed ora collocato a riposo, l’incarico di dirigere ambedue i reparti contemporaneamente. Alla scadenza del contratto, però, il professionista non si vede riconosciuto il dovuto per la doppia direzione. Decide pertanto di rivolgersi all’avvocato Luca Damiano di Vasto per citare la Asl.

La Asl nega al ricorrente il diritto alla differenza salariale, in sostanza corrispondente quasi ad un doppio compenso, sostenendo che le due unità operative erano state integrate funzionalmente già dal 2006.

Il giudice del tribunale del lavoro stabilisce che l'integrazione funzionale non ha comportato la soppressione dell'Unità operativa di Anestesia e rianimazione di Casoli ed il suo accorpamento a quella di Lanciano, ma unicamente la possibilità di utilizzare il personale medico di Casoli nell'altro presidio ospedaliero nei giorni di mancato svolgimento di attività chirurgica in sala operatoria a Casoli.

«Nonostante non si tratti di un risarcimento milionario, il caso è comunque emblematico» commenta il legale, «la Asl ricorre spesso all'escamotage dell'accorpamento funzionale delle proprie unità operative affidandone la direzione ad un unico responsabile risparmiando sulla spesa che deriverebbe dalla nomina di un altro primario. In questo modo, però, si penalizzano le professionalità in quanto si ledono i diritti di lavoratori» conclude l’avvocato Damiano.

Simona Andreassi

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