Il sindaco: «Con me niente lobby»

Paolini ribatte all’opposizione su ex Torrieri, Pietrosa e area fiera

LANCIANO. Non le manda a dire al centrosinistra che aveva chiesto le sue dimissioni, né ai detrattori del suo stesso partito: il sindaco Filippo Paolini (Pdl) risponde alle polemiche e contrattacca. Attorniato da assessori e consiglieri comunali di maggioranza, in un incontro con la stampa voluto per ribattere alle critiche sorte dopo il rinvio in consiglio comunale del progetto ex Stu, è Paolini contro tutti. Il primo cittadino si spende a difendere la compattezza della maggioranza e la bontà dei piani urbanistici proposti per la città.

La replica all’opposizione.

«Non accetto le polemiche del centrosinistra che ha sempre votato contro tutto quello che era utile alla nostra città», comincia Filippo Paolini, «e di certo non mi dimetto per il solo fatto che lo chiede l’opposizione consiliare». Il Partito democratico (Pd) aveva chiesto il passo indietro del sindaco e della giunta municipale dopo il rinvio, nel consiglio comunale di lunedì scorso, del progetto urbanistico sull’area ex Torrieri, Pietrosa e Fiera che, secondo la minoranza, si aggiungeva ai ritardi sul piano regolatore e all’immobilismo amministrativo. «Il centrosinistra usa toni da campagna elettorale», continua Paolini, «ma il 28 marzo a Lanciano non si vota. Ci ritroveremo il prossimo anno: ci sarò anche se sotto un’altra veste perché non posso più candidarmi. Dal centrosinistra aspetto ancora qualche apporto ai progetti per la città. Il piano regolatore generale non è fermo: con me non ci sono lobby e interessi come qualcuno sostiene. Il centrosinistra ha già perso quattro votazioni, cominci a confrontarsi su idee e progettualità».

Stu ed ex Torrieri.
«L’approvazione è stata rinviata per un elemento formale mancante», spiega il primo cittadino, «la verifica della trasparenza amministrativa (chi ha interessi diretti o indiretti nel progetto deve esimersi dal voto, ndc) va fatta su tutti i consiglieri e prima dell’adozione che ci fu nel maggio 2008. Ma dopo questa data sono cambiati quattro consiglieri comunali e serve un deliberato sulla loro posizione: su Torrieri c’è già un ricorso al Tar dell’associazione Italia Nostra, vogliamo fare le cose per bene». Il perché e chi sono i “colpevoli” di questa svista, però, Paolini non riesce a spiegarli. Così passa oltre ed entra nel merito del progetto sull’area dell’ex calzificio Torrieri. «Quale colata di cemento? Abbiamo ridotto le cubature», sostiene il sindaco, «il vecchio piano regolatore prevedeva 55mila metri cubi e palazzi alti fino a 21 metri: oggi sono 33mila metri cubi per un massimo di 16 metri. I palazzi sono sei, e non otto come fanno vedere i disegni elaborati dal Pd, e l’ex istituto industriale potrebbe diventare la caserma della guardia di finanza».

Maggioranza e Pdl.
L’emendamento al progetto da parte dei cinque consiglieri del Pdl (Mario Bruno, Marino Ferretti, Cesarino Bomba, Nicola Paglione e Italo D’Autilio) non se l’aspettava nemmeno il sindaco. «E’ arrivato fuori tempo massimo», ammette, «ma avrà una risposta tecnica e poi in consiglio comunale». La proposta di modifica, che chiede il riequilibro dell’interesse pubblico nell’ambito dell’ex calcificio Torrieri, ha però scosso la maggioranza. «Ben venga la polemica costruttiva», glissa Paolini, «apprezzo queste persone che mettono a disposizione la loro professionalità. L’interesse pubblico però c’è: è la riqualificazione di quell’area, dove finora nessuno era riuscito a intervenire per il mancato accordo dei proprietari». Infine un riferimento alle polemiche interne al Popolo dela libertà. Il sindaco vuole al suo fianco Fabrizio Bomba, vice coordinatore del partito in città: «Forse a qualcuno è sfuggito che i vertici del partito hanno ratificato le nomine», replica alle dichiarazioni di Luigi Toppeta (anche se non lo nomina), critico verso Bomba. «E’ un momento topico per l’amministrazione comunale e per la città», conclude il sindaco.

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